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Migranti: processo Mered, perizia calligrafica accusa l'imputato

AdnKronos
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Palermo, 19 nov. (AdnKronos) - Una perizia grafica aggrava la posizione del giovane eritreo imputato a Palermo con l'accusa di essere uno dei più pericolosi trafficanti di esseri umani dell'Africa. Per l'accusa, alla sbarra, dopo un'estradizione dal Sudan, c'è Mered Medhanie Yehdego, il 'Generale", mentre secondo il suo legale, l'avvocato Michele Calantropo, in carcere c'è un innocente, Medhanie Tesfamarion Behre, un pastore eritreo. Da qui la richiesta della difesa di fare una perizia su alcuni appunti sequestrati all'eritreo durante il suo arresto. Nei documenti risultano esserci i nomi e numeri di componenti dell'organizzazione di trafficanti. Secondo la perizia, depositata al Presidente della Corte d'assise Alfredo Montalto, buona parte dei documenti esaminati sono stati scritti dall'imputato. "Le caratteristiche grafomotorie, gestuali, strutturali e stilistiche che che si rilevano nei tracciati grafici delle grafie in verifica - si legge nelle conclusioni della perizia firmata da Alberto Bravo- trovano corrispondenza con le caratteristiche grafomotorie, gestuali e stilistiche emergenti dai tracciati grafici delle scritture di comparazione dell'imputato, pertanto dette grafie in verifica risultano provenire dalla mano dell'imputato identificato attraverso le scritture di comparazione disponibili". Lo stesso perito poi però aggiunge che su altri documenti, "contrassegnati con i numeri 4 e 6" per "le discordanze sostanziali che emergono dalle analisi di confronti, non possono essere attribuite alla mano dell'imputato". Nella perizia lunga 147 pagine il perito ha elencato tutti i documenti che erano stati sequestrati nell'abitazione dell'imputato. "Le concordanze emergenti dalle analisi di confronto- si legge a pagina 142 della perizia - determinano la riconducibilità delle grafie in verifica alla mano dell'imputato, identificato attraverso le scritture comparative disponibili". "Movimenti formativi simili - scrive il perito - non sarebbero assolutamente possibili se non si trattasse della stessa mano scrivente", cioè quella dell'imputato.

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