Ruotolo: "Senza scorta non posso lavorare"
Roma, 4 feb. (AdnKronos) - "Ho molto rispetto per le istituzioni e quindi non entro nel merito delle valutazioni adottate circa la mia protezione. Voglio soltanto fare osservare che senza la scorta non potrei più fare il mio lavoro. Nonostante le gravi minacce, in questi anni mi è stato possibile lavorare grazie alla protezione dello Stato". Lo ha detto Sandro Ruotolo a Ossigeno per l'Informazione. "Proprio ieri - continua il giornalista - la testata online ‘Fanpage' ha pubblicato la prima puntata dell'inchiesta che sto conducendo sulla trattativa segreta del 1981 in Campania tra servizi segreti, camorra e Democrazia Cristiana per ottenere la liberazione dell'assessore regionale Cirillo, sequestrato dalle Brigate Rosse. Questa inchiesta riguarda uno dei grandi misteri di Stato ancora in attesa di verità. Fra l'altro, ho intervistato la sorella di Raffaele Cutolo che a un certo punto, come risulta dal video, mi ha detto minacciosamente di andarmene. Senza la protezione dei carabinieri sarei proprio dovuto andar via. Senza scorta non potrei più cercare la verità sul caso Cirillo". Sandro Ruotolo, che vive sotto scorta dal 2015 a causa di minacce di morte provenienti dal clan camorristico dei Casalesi, non sarà più protetto dalle forze dell'ordine dal 15 febbraio. Lo ha appreso oggi da una comunicazione telefonica del Viminale, riferisce Ossigeno per l'Informazione in una nota. La revoca della protezione affidata ai Carabinieri sarebbe stata adottata dal Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che gestisce le scorte alle personalità a rischio, in applicazione di nuove regole, annunciate a novembre 2018, che prevedono l'aggiornamento periodico del profilo di rischio e la revoca della protezione a fronte del mutamento della situazione. Le minacce di morte contro il giornalista furono profferite in carcere nel 2015, durante un colloquio fra il boss Michele Zagaria e i suoi familiari. L'anno successivo furono reiterate con il macabro ritrovamento di un maiale squartato a Casapesenna, presso un attivista antimafia che il giorno precedente aveva ospitato Sandro Ruotolo.