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Corruzione: Saguto show in aula, 'Ecco l'agenda con le segnalazioni dei giudici'/Adnkronos

AdnKronos
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Caltanissetta, 20 feb. (AdnKronos) - (dall'inviata Elvira Terranova) - Il colpo di scena arriva a metà deposizione, quando Silvana Saguto, l'ex Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, sotto processo per corruzione per la gestione dei beni sequestrati, a sorpresa tira fuori dalla sua borsa nera Vuitton un'agendina di colore blu. E con voce ferma e tono perentorio, che non abbandonerà quasi mai durante tutta la deposizione fiume, inizia a fare nomi e cognomi di colleghi magistrati che le avrebbero segnalato nomine per le amministrazioni giudiziarie. Saguto, gonna nera e giacca bordeaux, con sciarpona nera al collo, annuncia al Presidente del Tribunale di Caltanissetta Andrea Catalano: "Presidente, l'altra sera ho ritrovato per caso l'agenda in cui mettevo i biglietti che ricevevo ogni giorno. Mi venivano segnalati gli amministratori giudiziari da nominare. Anche da parte di colleghi magistrati. La consegnerò al Tribunale questa agenda". E inizia a fare un elenco di nomi, a partire dai suoi colleghi magistrati: "Le segnalazioni arrivavano dai miei colleghi La Cascia, Guarnotta, D'Agati, Tona. Ma c'erano anche avvocati che mi facevano segnalazioni. Persone di cui mi fidavo". Eccolo, il colpo a sorpresa del giudice accusato di avere creato una sorta di 'cerchio magico' con amici e parenti a cui affidare la gestione dei beni sequestrati. Una gestione 'allegra' secondo l'accusa. In cambio di favori e denaro. Ma oggi, durante l'esame chiesto dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Ninni Reina, Silvana Saguto, risponde a tutte le accuse. "In questa agenda ci sono tutti. Perché tutti mi facevano segnalazioni. Io chiedevo solo che fossero persone qualificate". Tiene anche a sottolineare che grazie alla sua gestione i sequestri "sono aumentati del 400 per cento". E, ripercorrendo la sua lunga carriera, iniziata nel 1981 a Trapani, sempre alle Misure di prevenzione, tiene a sottolineare che i suoi "maestri" sono stati "i giudici Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Rocco Chinnici" e che ha dedicato "tutta la vita" alla magistratura. Ma non risparmia critiche a colleghi, la giudice sotto processo per associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio. Così, se la prende con Claudia Rosini, che lavorava con lei: "Non amava né conosceva minimamente le misure di prevenzione, tanto è vero che la usavo poco, non aveva alcuna competenza. Le ho dato solo misure personali ma non era preparata, perché non si nasce preparate e lei non le amava nemmeno, le misure di prevenzione. E poi non c'era quasi mai, era anche difficile fare camere di consiglio. Noi c'eravamo sempre là, anche di pomeriggio, persino il 14 agosto, ricordo, mentre ero in ferie, ero l'unica presente i tutto il tribunale, lei invece spesso non c'era". Silvana Saguto sottolinea anche che la mafia aveva "progettato di uccidermi". E sottolinea: "Ricordo che una volta fui raggiunta a Piana degli Albanesi, in villeggiatura, dove ero in vacanza con la mia famiglia, e portata via perché c'era una intercettazione di un latitante che diceva che dovevo saltare in aria". "Erano progetti di attentati nei miei confronti, non è che i vivi ne rispondono perché gli attentati non sono stati messi in opera". Respinge poi con forza tutte le accuse nei suoi confronti, dall'utilizzo degli agenti di scorta "per andare in farmacia o in lavanderia a ritirare dei vestiti", alla somma di denaro dovuta al supermercato Sgroi di via Autonomia siciliana, al possesso di armi ("tutti i magistrati hanno il porto d'armi, potremmo anche andare in giro con un bazooka...", dice). E sottolinea che il lavoro "era riconosciuto da più parti, anche da parte dell'allora Commissione nazionale antimafia". "La Presidente Rosy Bindi più volte ha elogiato la mia attività sul fronte dei sequestri dei beni - ricorda - Ci ha più volte detto che facevamo un lavoro sacrificato, e lo fece anche pubblicamente nei convegni".

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