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Dislessia: da Unipd un 'superprogramma' che aiuta a capirne le cause (3)

AdnKronos
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(AdnKronos) - "E' un processo di auto-apprendimento probabilistico: la rete all'inizio fa molti errori – sottolinea Marco Zorzi - come un bambino che sta imparando a leggere, e anche una decodifica corretta non sempre porta alla creazione di una memoria visiva della parola. Ma simula molto bene l'apprendimento umano". Per ogni bambino, dislessico o normolettore, è stato creato un modello personalizzato basato su misure individuali delle abilità fonologiche, visive-ortografiche, e del lessico parlato. Questi tre fattori definivano le condizioni iniziali su cui si innestava l'apprendimento, determinando quindi le abilità di lettura del modello personalizzato. Gli autori hanno scoperto che questo modello multifattoriale simula accuratamente le differenze individuali tra le abilità di lettura dei bambini e rende conto della variabilità nei profili di dislessia. Questi risultati non emergono invece in simulazioni di controllo basate su modelli che enfatizzano un singolo fattore e che rappresentano le principali teorie sulle cause della dislessia (ad esempio, deficit nella percezione dei fonemi, deficit visivi, o inefficienza generale di elaborazione). Il modello suggerisce anche che l'efficacia di tipi diversi di potenziamento delle abilità di lettura variano in funzione del profilo individuale del bambino dislessico. Questi risultati dimostrano la necessità di un modello multifattoriale della dislessia e aprono la strada allo sviluppo di modelli personalizzati al computer per guidare la progettazione di interventi di potenziamento della lettura e di riabilitazione della dislessia.

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