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Mafia: Contrada, 'depistaggio Borsellino? Si può sbagliare anche in buona fede...' (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - Parlando del processo nel quale domani sarà ascoltato dai giudici, Bruno Contrada, ribadisce di non avere mai "indagato sulle stragi", anche perché "nel '92 ero ai Servizi segreti e a fine dicembre - spiega - sono stato arrestato". E alla domanda se, a suo avviso, ci sia stato un depistaggio, Contrada spiega: "Se io faccio una indagine su un omicidio, anche quello di uno sconosciuto, e imbocco una strada sbagliata, non è che depisto, ma semplicemente sbaglio. Non è un depistaggio. Non parlo del caso Borsellino, ovviamente. Ma da ex investigatore. Una cosa è il depistaggio e un'altra è l'errore. Per depistare ci vuole il dolo, il fine utilitaristico. Poi c'è l'errore, l'incapacità, l'incompetenza, l'eccesso di zelo, un'ambizione o la buona fede". E ricorda quella volta in cui qualcuno disse che fosse presente il giorno della strage. A parlare per primo era stato Francesco Elmo, faccendiere ritenuto vicino ai servizi, sottoposto al programma di protezione su richiesta della procura di Torre Annunziata per la collaborazione sfociata nell' inchiesta 'Cheque to cheque'. "E' stato detto anche questo sul mio conto... - dice oggi Bruno Contrada - Invece, come hanno potuto testimoniare 12 persone, quel pomeriggio del 19 luglio 1992 ero in barca al largo di Palermo". Oggi Contrada ha quasi 88 anni e ha seri problemi di salute. Da quando, a gennaio, è morta la moglie Adriana, non esce più di casa. O quasi. "Mi sento una persona a metà - dice - E' come si mi avessero amputato un arto. Siamo stati insieme più di 60 anni. Siamo cresciuti insieme. E mi manca molto". Domani siederà dopo anni sul banco dei testimoni in un processo.

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