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Mafia: processo depistaggio, Scarantino 'Io colpevole di essere innocente' (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - "Nell'ottobre del 1992 ero in carcere a Venezia, dove i topi mi ballavano addosso, quando arrivò un altro detenuto, Vincenzo Pipino. Che mi aiutava a scrivere le lettere per mia moglie, che firmavo con la mia impronta della mano. Qualche giorno dopo un detenuto mi disse che "Pipino era uno spione del dottor La Barbera", dice parlando dell'ex capo della Squadra mobile Arnaldo La Barbera che era a capo del gruppo 'Falcone e Borsellino' in cui lavoravano i tre poliziotti imputati al processo, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. "E dopo un po' Pipino, avendo capito che non c'entravo niente con la strage, mi disse che ero 'colpevole di essere innocente' e mi diceva di ripeterlo anche gli inquirenti", racconta l'ex collaboratore di giustizia. Scarantino ripete come un mantra di avere "gridato per anni, dal carcere, la mia innocenza, ma non venivo creduto. Perché era impossibile cercare la verità". "Nel 2009 dicevo sempre che ero innocente ma non ero mai creduto - racconta Scarantino - Quando sono stato chiamato dai pubblici ministeri, io dicevo sempre che ero innocente. Dicevo che volevo continuare, perché sentivo Gaspare Spatuzza che diceva: 'Chi sei?' e che mi scagionava dalla strage di via D'Amelio". La voce è stanca, a volte biascica. Spesso il pm gli ripete le domande. E Fiammetta Borsellino ascolta in silenzio, Poi sbotta, fuori dall'aula: "E' inammissibile che tutto questo sia successo sotto gli occhi di poliziotti e magistrati". E se la prende anche con il Consiglio superiore della magistratura. "Ritengo che oggi il non accertamento delle responsabilità anche da parte degli organi superiori della magistratura sia l'ennesima non risposta a tutto quello che è accaduto. Sicuramente il 23 maggio e il 19 luglio saranno, invece, tutti presenti alle commemorazioni, in prima fila...". "Perché oggi stiamo partecipando a un segmento dell'accertamento delle responsibilità sul piano giudiziario di tre poliziotti ma è chiaro che ci sono responsabilità più ad alti livelli, soprattutto da parte di chi coordinava le indagini", dice ancora Fiammetta Borsellino. "Soprattutto da parte di chi deve fare chiarezza su questi argomenti, parlo del Csm e della procura generale della Cassazione, organismi da cui sono stata più volte coinvolta. Ritengo oggi il fatto che non ci sia nessuna restituzione da parte loro sia inammissibile, sicuramente saranno tutti presenti alle commemorazioni".

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