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Mafia: Scarantino, 'la pm Boccassini mi disse che non mi credeva'

AdnKronos
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Caltanissetta, 17 mag. (AdnKronos) - "Scarantì, io non le credo". E' l'ottobre del 1994 e l'allora pm di Caltanissetta Ilda Boccassini che indaga sulle stragi mafiose del 1992 ha appena incontrato, per un colloquio investigativo, Vincenzo Scarantino che da qualche mese collabora con i magistrati per raccontare alcuni retroscena sulla strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Dichiarazioni che poi si riveleranno farlocche, ma solo molti anni dopo. Nel frattempo, nel 1998, Vincenzo Scarantino, ritratta tutte le accuse e dice di avere mentito perché "indottrinato dai poliziotti el Gruppo Falcone e Borsellino". A raccontare questo retroscena in aula, al processo sul depistaggio sulle indagini della strage di 27 anni fa è proprio Vincenzo Scarantino. Non chiarisce se si trattava di un interrogatorio formale o un colloquio ma ricorda che alla fine dell'incontro, Ilda Boccassini lo guarda e, guardandolo fisso negli occhi, gli dice quella frase: "Scarantì, io non le credo". Anzi, come dice lo stesso ex penrito in aula: "Scarantì, io non la credo". Di più non ha aggiunto l'ex picciotto della Guadagna, al secondo giorno di deposizione nel processo he vede alla sbarra tre poliziotti, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, tutti accusati di calunnia aggravata dall'avere agevolato Cosa nostra. Nel dicembre del 2015 Ilda Boccassini, deponendo in videoconferenza al processo Borsellino quater, aveva ripetuto le sue perplessità sulla credibilità di Scarantino. Che dopo il suo pentimento era stato creduto da poliziotti e pm. “Il pentimento di Scarantino? La prova regina della sua inaffidabilità”, aveva detto. E ancora: "Verificare quello che diceva Scarantino non era mio compito, io stavo per andarmene ed ero impegnata in altre attività e quelle spettavano ad altri pm. Perplessità che furono oggetto anche di una lettera inviata alle Procure di Caltanissetta e Palermo.

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