Migranti: vescovo Noto, 'non basta sbandierare rosario per essere cristiani'
Palermo, 20 mag. (AdnKronos) - "Non è che se uno perché va in chiesa e recita il santo rosario è sicuramente un cristiano. Un cristiano lo vedi se dà da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, se ha occhi per il dolore e la sofferenza degli altri. Si può anche non dire nessun rosario ma vivere un'opera di carità, perché come dice San Giacomo, il cristianesimo e il Vangelo splende nei fatti operosi della carità". A dirlo all'Adnkronos è il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, delegato della Conferenza episcopale siciliana per le migrazioni, a proposito del comizio del leader della Lega e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che a Milano con il rosario in mano ai sostenitori arrivati per ascoltarlo ha detto: "Mi affido al Cuore immacolato di Maria che ci porterà alla vittoria". "Chiunque può consacrare se stesso al Cuore immacolato di Maria - dice adesso monsignor Staglianò -, se Salvini lo ha fatto dal profondo del suo cuore ha fatto anche bene". Anzi. Dal presule arriva un ringraziamento per "essersi affidato pubblicamente a Maria Santissima" perché "di solito i politici si vergognano persino di pronunciare il nome di Dio, vivono l'autonomia delle realtà terresti a modo loro". Ma quell'atto pubblico e il rosario o il crocifisso in mano "non indicano che chi lo fa stia praticando il Vangelo", che è "fede operosa nella carità, cura dell'altro più debole". Insomma, per il vescovo di Noto "stona che mentre ha il santo rosario in mano declini una posizione contraria a quella del Papa e chiuda all'accoglienza dei nostri fratelli. Sbandierare un simbolo sacro e affidarsi alla Madonna non vuol dire necessariamente che si è cristiani, il cristiano lo vede negli atti di carità. Il Cuore immacolato di Maria fa vincere l'amore non la patria".