Borsellino: fratello giudice, 'Stato venga in ginocchio a portare agenda rossa'
Palermo, 16 lug. (AdnKronos) - "In via d'Amelio si viene come semplici cittadini, le istituzioni se vengono in ginocchio a portare l'agenda rossa allora possono anche venire. Non ce ne facciamo niente di queste desecretazioni, ogni tanto ci danno qualcosa, ogni tanto mi danno un pezzo di mio fratello". A dirlo è Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992, a margine della presentazione delle iniziative per il 27esimo anniversario della strage. Il fratello del giudice ha declinato l'invito del presidente della commissione Antimafia Nicola Morra a partecipare, a Roma, alla desecretazione delle audizioni di Paolo Borsellino in commissione. In una lettera inviata al presidente dell'Antimafia, Salvatore ha chiesto che "vengano tolti i sigilli a tutti i vergognosi segreti di Stato ancora esistenti". "E' necessario - scrive - che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno Stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla memoria collettiva, alla verità e la giustizia".