Migranti: esposto Mediterranea a Pm, 'sette giorni di abusi e omissioni
Palermo, 4 set. (AdnKronos) - Mediterranea ha inviato oggi un esposto alla Procura di Agrigento e a quella di Roma per "denunciare sette giorni di abusi e omissioni". "Le prime 30 pagine offrono una ricostruzione dettagliata di tutti gli eventi intercorsi dall'alba del 28 agosto, quando la nostra nave ha soccorso 98 persone, tra cui 22 bambini piccoli, a rischio di morte su un gommone sovraffollato, fino alle prime ore del 3 settembre, quando al nostro comandante e al nostro armatore sono stati assurdamente notificati il sequestro amministrativo di Mare Jonio e una sanzione di 300.000 euro per avere violato il divieto di ingresso in acque territoriali, nonostante fossimo entrati con formale autorizzazione delle autorità competenti", dice Mediterranea. "La lista di violazioni e abusi commessi in questa vicenda è lunga, e non è certamente a carico del nostro equipaggio - spiegano - È un dovere etico riaffermare pienamente la verità e la giustizia rispetto a quanto accaduto, e continuare a tutelare i diritti delle persone che abbiamo soccorso e del nostro equipaggio. Ancora una volta siamo noi a chiedere che le indagini vengano aperte, certi di avere sempre agito – a differenza di alcuni dei massimi vertici del governo in carica fino a ieri – in piena conformità col diritto internazionale e con la nostra Costituzione. Speriamo che venga anche ricostruita dall'autorità giudiziaria la catena delle responsabilità istituzionali e personali riguardanti il nostro caso, poiché, riportando fedelmente l'esposto: “Si ritiene che la vicenda che ha riguardato la gestione dell'evento SAR del 28 agosto 2019 prima; l'adozione del provvedimento inibitorio di accesso alle acque territoriali in seguito; ed il sequestro amministrativo della nave MARE JONIO e di applicazione di sanzione pecuniaria per l'asserita violazione della diffida ministeriale, per finire, sia segnata da una serie di gravissime omissioni istituzionali; di provvedimenti assunti in difetto delle condizioni di legge e in violazione di obblighi internazionali e di norme di rango costituzionale; di comportamenti di dubbia liceità e fortemente lesivi della integrità psico-fisica, dignità e dei diritti dei migranti soccorsi, dell'equipaggio e di tutte le persone a bordo". "Con particolare riferimento al tentativo di respingere in Libia 98 profughi di guerra in grave condizione di vulnerabilità, vittime di reiterati atti di sevizie e violenze nei campi di detenzione libici, tra cui numerosi bambini e donne in gravidanza, con la consapevolezza di esporli, in tale maniera, al rischio concreto di essere torturati o uccisi - si legge nell'esposto - l'omesso coordinamento dell'evento SAR da parte delle Autorità nazionali a ciò preposte, pur essendo state costoro informate, per prime, del soccorso e dunque avendone l'obbligo legale; l'omessa assegnazione del PoS in violazione degli obblighi internazionali e nazionali in tema di salvataggio delle vite in mare; l'emissione del provvedimento inibitorio di accesso nelle acque territoriali da parte dei Ministri competenti in assenza di alcuna istruttoria atta ad accertare la sussistenza delle ragioni di pericolosità per l'ordine e la sicurezza nazionale richiamate nel decreto n. 59/2019 convertito in legge n. 77 e in diretta violazione degli obblighi internazionali e nazionali in tema di salvataggio delle vite in mare; l'ingiustificato trattenimento di tutte le persone a bordo della Mare Jonio– nave, peraltro, battente bandiera italiana, come tale territorio flottante dello Stato – costretti a rimanere sul rimorchiatore contro la loro volontà per 6 giorni in condizioni inumane ben note alle competenti autorità in quanto documentate da sanitari di bordo e ministeriali e dalla psichiatra, Carla Ferrari Aggradi e reiteratamente comunicate alle competenti autorità".