Mafia: teste poliziotto, 'Nessuno ha istruito Scarantino, io etichettato criminale di Stato'
Caltanissetta, 9 set. (AdnKronos) - "Nessuno ha istruito Vincenzo Scarantino. Non ho mai visto Scarantino studiare carte con i poliziotti Mario Bo o Michele Ribaudo". A riferirlo in aula al processo sul depistaggio sulla strage Borsellino è il sovrintendente della Polizia di Stato Giuseppe Di Gangi, proseguendo la sua deposizione al dibattimento a Caltanissetta. Poi, il poliziotto, è sbottato con il pm Stefano Luciani: "Non può capire cosa passo io da 5 anni, io sono stato trattato con criminale di Stato, senza potermi mai difendere. Io non sono un criminale, li ho sempre arrestati i mafiosi, ne ho arrestati a centinaia. E questo lavoro mi rendeva felice". Poi l poliziotto, tornando a rispondere alle domande del pm Stefano Luciani, ha ricordato il periodo in cui il gruppo investigativo 'Falcone e Borsellino' si occupava della gestione dell'ex pentito Vincenzo Scarantino. "A un certo punto non voleva più avere rapporti con noi (del gruppo investigativo 'Falcone e Borsellino', ma solo con il personale di Imperia", ha detto. Di Gangi, con i tre imputati del processo, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, si era occupato dopo le stragi della gestione dell'ex pentito Vincenzo Scarantino, che poi decise di ritrattare tutto, salvo poi ripentirsi. "Scarantino diceva che non voleva più collaborare e che voleva tornare in carcere - ha detto Di Gangi tra tanti 'non ricordo' - e Mario Bo gli disse di prepararsi per l'interrogatorio e poi avrebbe fatto quello che doveva fare". Il giorno prima di uscire allo scoperto con una intervista a Studio aperto, il falso pentito Vincenzo Scarantino fece sapere alla questura di Imperia che avrebbe ritrattato le sue dichiarazioni sulla strage Borsellino con le quali aveva coinvolto persone estranee all'attentato.