Figlio pentito che accusò il 're' dell'eolico: "Fiero di mio padre"
Palermo, 1 ott. (AdnKronos) - (di Elvira Terranova) - "Sono sempre più fiero e orgoglioso di mio papà". A dirlo all'Adnkronos è Giuseppe Cimarosa, figlio di Lorenzo Cimarosa, il collaboratore di giustizia che aveva accusato l'imprenditore Vito Nicastri, il 're' dell'eolico che oggi pomeriggio è stato condannato a nove anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Era stato il padre, morto da poco, ad accusare negli scorsi anni Nicastri, ritenuto il finanziatore del boss latitante Matteo Messina Denaro. Vito Nicastri è stato per anni in affari con Francesco Paolo Arata, indagato nell'inchiesta che vede coinvolto anche l'ex sottosegretario leghista Armando Siri. Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro, aveva accusato l'imprenditore di essere tra gli sponsor economici della latitanza dell'ultima primula rossa di Cosa nostra. E aveva raccontato ai magistrati di una borsa "piena di soldi" che Nicastri avrebbe fatto avere al capomafia latitante attraverso un altro uomo d'onore, Michele Gucciardi. "Mi ha detto che praticamente erano i soldi dell'impianto di… di quello degli impianti eolici di Alcamo, e che c'erano stati problemi perché aveva tutte cose sequestrate e i soldi tutti insieme non glieli poteva dare, perciò glieli avrebbe dati in tante tranches", diceva il pentito Cimarosa. A consegnare quei soldi a Messina Denaro sarebbe stato Francesco Guttadauro, parente del padrino di Castelvetrano. "Sono anche orgoglioso del dono che mio padre mi ha dato - prosegue Giuseppe Cimarosa - cioè darmi un esempio di come si è uomini".