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Migranti: ex sindaco Lampedusa, 'Quanti innocenti dovranno ancora morire?'

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AdnKronos
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Palermo, 7 ott. (AdnKronos) - "L'ennesima tragedia a poche miglia da Lampedusa dimostra che i naufragi non sono una fatalità, ma il risultato di politiche, europee e nazionali, che hanno condannato migliaia di persone a un destino crudele". Lo ha detto all'Adnkronos Giusi Nicolini, ex sindaca di Lampedusa parlando della nuova tragedia in mare. "Sopprimere il soccorso in mare, infatti, equivale a una condanna a morte prima di tutto nei confronti delle donne e dei bambini, che sono i primi a morire se una barca si ribalta, come è avvenuto stanotte nei pressi di Lampedusa - dice - In questi ultimi mesi abbiamo assistito a respingimenti in mare, omissioni di soccorso, gravissime violazioni dei diritti umani e delle norme internazionali". "Mi chiedo quanti innocenti dovranno ancora morire per dimostrare che le teorie sul pull-factor sono una cinica strategia politica con la quale si ottengono due piccioni con una fava: decimare gli arrivi e moltiplicare i voti - aggiunge Nicolini - Oggi, quando le inchieste de l'Avvenire hanno dimostrato ulteriormente che al tavolo delle trattative per gli accordi con la Libia ha partecipato la criminalità organizzata libica, c'è solo un modo per onorare questi morti: organizzare urgentemente un dispositivo europeo nel Mediterraneo per il soccorso in mare e liberare al più presto le persone rinchiuse nei campi della Libia con un piano urgente di accoglienza concertato tra tutti i Paesi della UE". "Commemorare ogni anno le 368 vittime del naufragio del 3 ottobre senza cancellare la vergogna della collaborazione con la sedicente Guardia Costiera libica, costruisce una gigantesca insopportabile ipocrisia", aggiunge Nicolini.

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