Scuola: se l'insegnante è empatico gli alunni sono più bravi nei test Invalsi (2)
(AdnKronos) - Per la stesura del libretto, i ricercatori hanno raccolto suggerimenti sull'insegnamento e sull'educazione disponibili a livello nazionale e internazionale, selezionati non solo dalla letteratura scientifica, ma anche dai principali blog di riferimento nel panorama educativo e da un ampio insieme di interviste in profondità con insegnanti di lungo corso. Gli insegnanti stessi hanno contribuito a produrre la formazione, grazie alla valorizzazione della loro esperienza. Ogni tema trattato nel libretto è corredato anche da un breve video, disponibile sulla piattaforma online dedicata al progetto: www.openteq.it. L'indagine ha dimostrato sperimentalmente che le competenze relazionali degli insegnanti sono cruciali per l'apprendimento dei loro studenti. Grazie alla stimolazione della collaborazione tra gli insegnanti – che hanno apprezzato il libretto – si sono osservati diversi risultati positivi. Da un lato, l'aumento dell'autoefficacia degli insegnanti (+4 per cento) ovvero la loro percezione di saper ottenere l'impegno degli studenti e gestire la classe in modo funzionale; dall'altro il potenziamento della motivazione allo studio degli studenti di queste classi e il conseguimento di punteggi migliori nei test Invalsi (+3,1 per cento test di italiano e +4,5 per cento test di matematica). Tra questi studenti, inoltre, è stato registrato un tasso di promozione più alto dell'1 per cento. L'esperimento ha mostrato anche come i benefici siano stati più intensi nelle scuole in cui il libretto era stato distribuito secondo una logica di attivazione dell'intero collegio docenti, rispetto alle scuole in cui il libretto era stato consegnato individualmente agli insegnanti. «Abbiamo analizzato scientificamente non solo la centralità della dimensione relazionale nell'insegnamento, ma soprattutto che è possibile fare molto in questa direzione attivando lo scambio comunitario tra docenti nelle scuole – dichiara Gianluca Argentin, coordinatore del progetto condotto in Università Cattolica e ricercatore del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell'Università di Milano-Bicocca. Serve quindi investire sulla collaborazione tra insegnanti, come fatto anche nel nostro progetto, quale importante leva formativa. È necessario adottare politiche che rendano le comunità scolastiche più coese, collaborative e persistenti da un anno scolastico all'altro. La scuola italiana purtroppo è stata speso gestita in direzione opposta». «La partecipazione attiva degli insegnanti è stata un valore aggiunto – osserva Tiziano Gerosa, assegnista di ricerca del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell'Università di Milano-Bicocca – la collaborazione scuola-università ha prodotto benefici sia per i ricercatori sia per gli insegnanti, che si sono riflessi sugli studenti». L'iniziativa è stata finanziata e promossa dal MIUR all'interno del progetto SIR.