Mafia: attesa per domani sentenza 'Borsellino quater', 'il più grande depistaggio della storia' (3)
(Adnkronos) - "Si sta cercando di battere ogni pista percorribile per far luce su alcune zone d'ombra", per i magistrati dell'accusa. E i pentiti? Che ruolo hanno in tutta questa vicenda? Lia Sava si è augurata più volte che qualche pentito o "qualche irriducibile di Cosa nostra" o di "altre organizzazioni criminali di stampo mafioso" finalmente avverta "oltre che l'obbligo giuridico anche l'imperativo morale di riferire in merito agli spaventevoli buchi neri della strage di via D'Amelio" per "raggiungere la verità piena sulla vicenda". Nel processo si è anche parlato del ruolo che potrebbero avere avuto "i servizi segreti deviati, o la massoneria", oppure gli "imprenditori collusi". Per l'accusa "appare significativo che sia il contesto della cosiddetta trattativa che il contesto del rapporto 'Mafia e appalti' possono essere ricondotti, almeno in astratto, proprio a quegli ambienti malsani (servizi segreti deviati, massoneria, imprenditori collusi a vario titolo con Cosa nostra e con altre organizzazioni di stampo mafioso) nei cui ambiti vennero svolti, secondo la dettagliata ricostruzione logica del capo mandamento di Caccamo Antonino Giuffrè, i 'sondaggi' preliminari in vista dell'eliminazione dei giudici Falcone e Borsellino", aveva detto Lia Sava in requisitoria. Che ruolo avrebbero svolto i "soggetti esterni al sodalizio mafioso", che "ben potrebbero aver agito prima della strage di via D'Amelio, concorrendo alla relativa esecuzione e determinandone l'accelerazione, e dopo la strage, a realizzare il colossale depistaggio evidenziato nella motivazione della sentenza impugnata, non possono, comunque, scalfire la validità ed efficacia delle argomentazioni logico-giuridiche utilizzate nella sentenza impugnata per ricostruire il profilo di responsabilità in relazione a ciascuno degli imputati di questo processo", come ha sempre detto l'accusa. La "ricostruzione 'corale', armonica, offerta a suo tempo dagli ex collaboratori di giustizia nell'ambito dei processi Borsellino Uno e bis era intrisa di menzogne e di dichiarazioni fuorvianti, in particolare quelle dei collaboratori di giustizia che rivestono in questo processo la qualità di imputati del reato di calunnia, i quali, a fronte delle nuove evidenze probatorie, hanno dovuto, loro malgrado ammettere, di avere dichiarato il falso", per l'accusa.