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Mafia: Contrada, 'investigatori impreparati per stragi '92, Tinebra mi chiamò per un aiuto' (3)

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AdnKronos
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(Adnkronos) - E ribadisce ancora: "Per quanto mi risulta, avendo fatto 20 anni di Polizia giudiziara, dal 1962 al 1982, di cui 14 anni alla Mobile e 6 alla Criminalpol, non mi risulta che il gruppo investigativo cosiddetto 'Falcone e Borsellino' a cui furono delegate dall'autorità giudiziaria le indagini sulla strage avesse una particolare conoscenza del fenomeno mafioso specificato palermitano. Questo lo posso dire in base alla mia esperienza". Sui magistrati "non sono in grado di esprimere un'opinione, avendo pure una mia opinione ma non intendo esprimerla". Commentando poi la frase dei giudici del processo di primo grado secondo cui la strage di via D'Amelio è stata "il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana", Bruno Contrada dice: "Non conosco la storia dei depistaggi italiani, conosco la storia politica e civile e militare d'Italia, non ho mai studiato la storia dei depistaggi italiani ma la storia del Risorgimento, dei comuni, dei prinicpati del regno d'italia. Per quanto riguarda la competenza e la bravura dei magistrati delegati alle inchieste giudiziarie sulle stragi non ritengo che sia opportuno che esprima una mio opinione in materia". Ma poi vuole aggiungere una cosa: "A 88 un uomo ha il diritto e nello stesso tempo il dovere di non mentire perché tutti gli uomini mentono a se stesso, perché si mente anche a se stessi e agli altri. Figuriamoci poi di fronte alla legge. Questa è la mia filosofia di questo ultimo pezzo della mia vita. Dico le cose che penso, mi rendo conto che a volte è una manifestazione di legittima difesa...".

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