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Veneto: Fai, per salvare la città bisogna salvare la laguna

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AdnKronos
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Venezia, 20 nov. (Adnkronos) - "Per salvare Venezia è necessario salvare l'intera laguna. Il 12 novembre l'acqua alta ha ferito Venezia e spaventato i veneziani e il mondo intero. È stato l'assedio di un nemico a una città indifesa. Venezia non ha mai avuto mura, perché le sue mura sono le acque particolari che la cingono e la proteggono fin dalla fondazione. La sua difesa è la Laguna. Un monito severo era scolpito nel marmo sul Palazzo dei Dieci Savi, sede del Magistrato alle Acque della Repubblica Serenissima dal 1501: 'La città dei Veneti, per volere della Divina Provvidenza fondata sulle acque e circondata da una cerchia di acque, è protetta dalle acque in luogo di mura: e pertanto chiunque in qualsiasi modo oserà arrecar danno alle acque pubbliche venga condannato come nemico della patria e punito non meno gravemente di chi violasse le sante mura della patria. Il disposto di questo editto sia immutabile e perpetuo'. E' quanto è stato sottolineato oggi dal Consiglio d'Amministrazione straordinario del Fai - Fondo Ambiente Italiano riunito a Venezia. "In questi giorni Venezia ha riempito le pagine dei giornali, e si parla soprattutto di Mose e Grandi Navi. Eppure anche il cittadino più informato difficilmente si orienta sulla natura vera del problema. Invece tutti dovrebbero capire cosa sta succedendo e come, forse, si potrebbe ancora salvare Venezia. Su tutto ciò le prime riflessioni del Fai sono tre. Serve una rivoluzione del punto di vista: salvare Venezia presuppone salvare la Laguna, perché la città è tutt'uno con la Laguna. Pertanto, scavare un altro canale – l'ipotizzato allargamento del Vittorio Emanuele - per collegare il futuro polo crocieristico di Marghera alla Stazione Marittima di Venezia, sarebbe un altro colpo inferto alla salute e alla salvezza di Venezia", sottolinea il Fai. Serve un diverso modello di sviluppo, perché quello finora imposto alla città si è rivelato fallimentare, obsoleto e dannosissimo. La Laguna è stata asservita prima a una visione essenzialmente industriale e oggi, dopo la crisi del porto industriale, al solo comparto crocieristico, con le conseguenze di uno svilimento ulteriore di Venezia a un'insensata Disneyland del turismo di massa. In questi termini si è espresso anche il Patriarca Francesco Moraglia. Il nuovo modello di sviluppo deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, culturale ed economico, e fare leva sulle caratteristiche identitarie, naturali e storiche, della città e della sua Laguna, che non hanno confronti: tante città possono avere vocazione industriale, ma nessun'altra città ha il patrimonio umano, storico, artistico e paesaggistico di Venezia, sottolinea il Fai.

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