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Radioterapia 'hi-tech' in 30% casi 'aiuta' immunoterapia

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AdnKronos
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Roma, 13 dic. (Adnkronos Salute) - Un'arma per combattere il cancro in grado di indirizzare alte dosi di radiazioni sul volume tumorale con precisione millimetrica. E' la radioterapia stereotassica (Sbrt) che "in un 30% dei casi può favorire la risposta dell'organismo all'immunoterapia liberando dei peptidi che vengono riconosciuti dal sistema immunitario e quindi è possibile il cosiddetto effetto 'abscopal': io posso trattare un nodulo polmonare e avere una risposta, per esempio, in un nodulo del fegato a distanza chilometrica dalla zona di trattamento. Proprio perché a quel punto il nostro sistema immunitario, potenziato o liberato dai farmaci immunoterapici, aggredisce la cellula tumorale che sta in un'altra sede". Lo ha spiegato all'Adnkronos Salute PierCarlo Gentile, direttore medico del centro di radioterapia ad alta specializzazione Upmc San Pietro Fbf e responsabile della Radioterapia dell'ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma. Le interazioni tra le nuove terapie sistemiche, come l'immunoterapia o la target-terapy, e i trattamenti radioterapici stereotassici sono al centro oggi e domani del settimo simposio, a Roma, organizzato da Upmc Italy, la divisione italiana della University of Pittsburgh Medical Center (con sedi a Roma, Palermo, Chianciano Terme e Mirabella Eclano). "L'immunoterapia e la target terapy hanno rivoluzionato i trattamenti sistemici: la radioterapia ad alta complessità, come può essere la stereotassica, si sposa perfettamente con queste, anzi diciamo che ognuno rafforza l'altra", aggiunge Gentile. "Oggi, rispetto al passato, abbiamo la possibilità di fare trattamenti radioterapici molto più precisi riguardo alla capacità di colpire il bersaglio tumorale - ricorda il direttore medico del centro di radioterapia ad alta specializzazione Upmc San Pietro Fbf - durano di meno, in genere solo una settimana, hanno minore tossicità, quindi il paziente li sopporta meglio, e si sposano meglio in associazione ad altre terapie". L'Italia a che punto è nell'offerta al paziente di questi trattamenti radioterapici stereotassici? "Nel 2030, hanno evidenziano diversi studi, ci saranno nel mondo 25 milioni di nuovi casi di tumore all'anno e la spesa per curarli triplicherà - risponde Gentile -. Per sostenere il sistema gli esperti hanno elaborato studi costo-beneficio ed è emerso che la radioterapia è la scelta vincente. Nel nostro Paese non siamo messi benissimo, pochi centri hanno le ultime tecnologie a disposizione: la tecnologia avanzata è distribuita nel 30-40% dei cancer center italiani - stima Gentile -. Qualcosa si sta muovendo e anche il Governo ha preso coscienza che serve finalmente investire anche in questo settore". "Il 2019 è stato un anno chiave per le attività di Umpc in Italia - fondamentalmente perché abbiamo avviato due nuovi centri clinici: uno a Roma nella sede di una storia clinica romana, la 'Salvator Mundi' al Gianicolo, e un centro di radioterapia avanzata in un'area povera da questo punto di vista in Campania, a Mirabella Eclano (Avellino) - sottolinea Giovanni Vizzino, direttore medico scientifico Upmc Italy - Per il 2020 il Centro medico dell'Università di Pittsburg ha un forte interesse e l'ambizione nello sviluppo di progetti internazionali, l'Italia è stata considerata un punto chiave. Nel prossimo anno avremo quindi uno sviluppo importante nel nostro Paese con l'ampliamento dell'attività soprattutto nell'area romana".

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