Mafia: condannati tutti gli imputati processo Talea, Addiopizzo 'Importante denunciare'
Palermo, 6 feb. (Adnkronos) - Si è concluso al Tribunale di Palermo, in abbreviato, uno dei tronconi del processo 'Talea 2' in cui sono stati condannati tutti gli imputati e dove i titolari della pizzeria La Braciera, che avevano denunciato con l'ausilio di Addiopizzo erano costituiti parte civile. "Nel processo siamo risultati l'unica associazione ad aver assisto vittime di estorsione dopo un percorso di ascolto e sostegno durato un anno e mezzo accanto a chi era stato taglieggiato", dice l'associazione. "Un anno e mezzo di incontri, paure, silenzi, incertezze, solitudini, ansie e preoccupazioni prima che tutto sfociasse in un racconto di anni di estorsione e in pagine di verbali di denuncia. Un racconto poi confluito nell'operazione della procura e dei carabinieri del nucleo investigativo di Palermo che nel 2018 aveva ancora una volta arrestato diversi esponenti del mandamento Resuttana San Lorenzo, accusati di estorsione ai danni di commercianti e imprenditori", dice Addiopizzo. “Non siamo eroi, vogliamo lavorare. Mi dispiace che alcuni magari cerchino di cavalcare mediaticamente la loro ribellione al racket, in certi casi pensando di risollevare attività che in realtà sono solo male gestite. Non ci siamo mai sentiti soli grazie al sostegno di Addiopizzo, delle forze dell'ordine e della magistratura", con queste considerazioni Antonio fratello di Roberto e Marcello, titolari della pizzeria, avevano commentato il percorso di questi anni. "La sentenza di oggi sulle cosche mafiose di San Lorenzo e Resuttana di Palermo ci racconta, anche questa volta, come ormai esista la concreta possibilità di denunciare - dicono - Un risultato importante che pensiamo debba servire da sprone nei confronti di coloro che purtroppo continuano a sottostare alle logiche estorsive di Cosa nostra. Gli arresti di forze dell'ordine e magistrati, le denunce e le collaborazioni durante le indagini delle vittime accompagnate da Addiopizzo, le loro testimonianze nel corso del processo e la sentenza di oggi rappresentano uno degli esempi migliori di come si possa lavorare per strada e nelle aule di giustizia".