Senegalese aggredito: storia di Khalifa, 'Io vittima pestaggio razzista ora ho un lavoro fisso'
Palermo, 11 feb. (Adnkronos) - (di Rossana Lo Castro) - "Anche in Africa ci sono gli stupidi e i violenti. Ci sono in Europa e ci sono in Italia. E' gente che non sa stare al mondo. Ma a Bouba dico solo 'futtitinni' (fregatene ndr)". Khalifa Dieng, 21 anni senegalese, due anni fa a Partinico, nel Palermitano, era rimasto vittima di una brutale aggressione a sfondo razziale. "Vattene via sporco negro, tornatene al tuo paese", gli hanno urlato prima di picchiarlo selvaggiamente. Calci e pugni al volto e al corpo proprio come a Boubacar Kande, il 20enne, anche lui di origini senegalesi, aggredito sabato notte, mentre tornava a casa dopo il lavoro, nella centralissima via Cavour, a Palermo, da un gruppo di giovanissimi. In Sicilia Khalifa era arrivato con un barcone nel 2016. Insieme all'operatore della comunità che lo ospitava, il 26 luglio del 2018, era in piazza Santa Caterina. Cercavano un altro ospite della struttura che non aveva fatto rientro. L'incubo è iniziato davanti ai tavolini di un bar. Lo hanno accerchiato, bloccato e picchiato. Lui non ha provato neppure a reagire. Ha solo alzato per braccio per ripararsi da quella violenza insensata. "Sono italiano, sono come te" ha detto ai suoi aggressori che lo stavano massacrando. Tre lunghi minuti di violenza e terrore, ripresi dalle telecamere degli impianti di videosorveglianza della zona che oggi Khalifa non vuole ricordare. "Bisogna andare avanti. Nella vita occorre imparare a non voltarsi indietro, ogni tanto si incontrano persone stupide, bisogna avere pazienza e non abbattersi. Io l'ho fatto", dice in una intervista all'Adnkronos. Per lui a febbraio dello scorso anno è iniziata una nuova vita. Uno stage all'Assemblea regionale siciliana per diventare uno chef e oggi un lavoro a tempo indeterminato con la società cooperativa 'Abathia' che gestisce il servizio bar self service e ristorante a Palazzo dei Normanni.