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Caso Marrazzo: trans Natali, carabinieri volevano incastrare ex governatore

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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "L'avevo avvertito più volte... di stare attento perchè i carabinieri lo volevano incastrare, ma lui pensava che io stessi scherzando. Già prima del 3 luglio del 2009 quando ci fu l'irruzione in casa mia dei carabinieri Tagliente e Simeone, l'avevo avvertito". Chi parla è il trans Natali, all'anagrafe Josè Alexandre Vidal Silva, nazionalità brasiliana, sentito oggi come testimone in tribunale, dove è anche imputato, nel processo sul presunto tentativo di ricatto a Marrazzo, per detenzione di sostanze stupefacenti. Rispondendo oggi alle domande del pubblico ministero e poi a quelle degli avvocati che assistono i carabinieri imputati, Natali ha negato che il giorno dell'irruzione nel suo appartamento di via Gradoli ci fosse su un tavolo un piatto con dentro della droga, scena ripresa con un telefonino e che è stata poi al centro del presunto ricatto. "Marrazzo -ha detto ancora il trans- è una persona per bene e io ho sempre cercato di proteggerlo perchè non merita quello che gli hanno fatto. Con me è stato sempre generoso e mi ha anche aiutato a pagare un debito che avevo in Brasile". Davanti ai giudici per oltre tre ore ha raccontato i particolari della vicenda che ha come imputati i carabinieri Nicola Testini, Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Antonio Tamburrino. Solo i primi tre comunque rispondono del tentativo di ricatto mentre Tamburrino ebbe solo il compito di cercare di "piazzare" il video che riprendeva Marrazzo in mutande nell'abitazione di Natali. (segue)

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