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Sicilia: Coldiretti lancia allarme criminalita' nell'isola

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Palermo, 5 feb. - (Adnkronos) - "Cresce in tutta la Sicilia l’allarme criminalità. Dall’abigeato alle macchine agricole, dalla frutta all’olio. Nelle campagne sempre più isolate la criminalità impera". E’ quanto affermano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione, dopo le tante denunce degli agricoltori che ogni giorno subiscono danni per a causa dei furti. L’abigeato sta crescendo sempre di più. Mucche, pecore, cavalli, agnelli, ogni notte vengono rubati. Un patrimonio zootecnico che sparisce nel giro di poche ore insieme agli investimenti fatti dagli allevatori. "La crisi – aggiungono – ha scatenato l’attacco nelle campagne soprattutto nelle zone interne dove gli imprenditori agricoli sono costretti a ricorrere alla guardiania privata perché è diventato impossibile lasciare i prodotti incustoditi". "Una situazione che danneggia economicamente le imprese agricole del territorio limitando gli investimenti produttivi e sconvolgendo gli equilibri sociali troppo in balia dei ladri. Crescono i danneggiamenti e le azioni che incidono sul lavoro degli agricoltori e provocano un clima di incertezza che aggrava la situazione di un settore in crisi, alimentando l’abbandono delle campagne. Proprio lo spopolamento– aggiungono ancora Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione - negli anni è stato causato dal mancato profitto delle aziende agricole. L’abbandono di strutture e la scelta sempre più condivisa di trasferirsi in zone ad alta urbanizzazione, la pessima viabilità interna, hanno spopolato intere aree. Le calamità naturali hanno fatto il resto: le infrastrutture danneggiate non vengono ripristinate aggravando ulteriormente il già debole sistema economico agricolo delle zone dell’entroterra". "Bisogna ripopolare le campagne attraverso incentivazioni che possano favorire nuovi investimenti in quelle colture tradizionali che, grazie anche alla nuova consapevolezza dei consumatori, possono trovare nuovi mercati - concludono - e nel contempo prevedere videosorveglianza negli snodi viari. I fenomeni malavitosi in tutt’Italia, secondo il rapporto della direzione nazionale antimafia sviluppa un giro di affari di 7,5 miliardi di euro, tra furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni de cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell'Unione europea e caporalato".

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