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Giglio: Cassazione su patteggiamenti, meno responsabilita' rispetto a Schettino

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Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Sono stati legittimi i cinque patteggiamenti accordati ad altrettanti indagati nell'ambito del processo per il naufragio della Costa Concordia (tutte le pene sono inferiori ai tre anni) dal momento che "le condotte degli imputati, se pur di non minima importanza, assumevano un ruolo evidentemente ridotto rispetto alla condotta del coimputato che rivestiva la posizione di comando sulla nave". Lo sottolinea la Cassazione nello spiegare il perchè, lo scorso 31 gennaio, ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Firenze contro i patteggiamenti accordati nel processo per il naufragio avvenuto il 13 gennaio 2012 al Giglio in cui morirono 32 persone. In particolare, la Cassazione si allinea del tutto alla decisione del gup spiegando che "il percorso argomentativo sviluppato soddisfa pienamente lo specifico obbligo motivazionale". La Suprema Corte, pur non facendo il nome del comandante della Concordia Francesco Schettino, ricorda le superiori responsabilità di un comandante di nave "titolare di scelte decisionali". Registra la Quarta sezione penale che "la complessa organizzazione servente alla navigazione e al governo di una motonave da crociera di enorme dimensione, quale la Costa Concordia, risulta comunque caratterizzata da una struttura di comando verticistica in cui le singole possibilità di intervento da parte dei titolari di posizioni di responsabilità cedono il passo a fronte delle scelte decisionali adottate dal titolare del comando". Ecco perchè sono stati confermati i patteggiamenti inflitti dal gup di Grosseto (nel luglio 2013) al comandante in seconda Ciro Ambrosio, al terzo ufficiale Silvia Coronica, al timoniere Jacob Rusli Bin, al responsabile sicurezza della Costa Crociere Roberto Ferrarini e a Manrico Giampedroni, accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Gli ufficiali Ambrosio, vice di Francesco Schettino in plancia, e Coronica e il timoniere indonesiano Rusli Bin, sono accusati anche di naufragio colposo. La Suprema Corte si è dunque trovata d'accordo con il gip che, come ricorda, "ha rilevato che la graduazione delle pene, come concordata dalle parti, risultava logica e coerente rispetto alle singole posizioni e al rapporto fra le medesime".

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