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Immigrati: indagine Last, per nordest sono risorsa economica e culturale (4)

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(Adnkronos) - L'attribuzione della cittadinanza agli immigrati. Ancora controverso risulta invece il tema dell'attribuzione della cittadinanza, dove prevalgono i sostenitori di un diritto condizionato (secondo il 45,6% del panel e secondo il 54,9% dei rispondenti provenienti dal Triveneto) e quindi assegnato su esplicita richiesta dell'interessato e in base ad alcune condizioni quali la regolarità di residenza da alcuni anni, la conoscenza della storia e della lingua. Ad appoggiare questa opzione sono prevalentemente le fasce d'età centrali della popolazione (25-34enni: 53,6%), le persone attive sul lavoro (imprenditori: 64,1%; operai: 56,6%; disoccupati: 55,0%), i residenti nel Nord Est (54,9%), i diplomati-laureati (53,2%), chi è avverso (56,5%) e ambivalente (67,2%) nei confronti dei migranti. Una quota leggermente inferiore (il 42,1% degli interpellati e secondo il 36,8% dei nordestini) è invece sostenitore dello ius soli - la cittadinanza italiana va attribuita a tutti quelli che sono nati nel nostro Paese, indipendentemente da quella posseduta dai genitori -. I più favorevoli sono le ali anagrafiche estreme (meno di 24 anni: 62,1%; oltre 65: 65,4%), gli inattivi sul lavoro (pensionati: 53,8%; casalinghe: 80,8%; studenti: 53,5%), chi ha un basso titolo di studio (63,1%), quanti hanno un atteggiamento favorevole (53,2%) e accogliente (58,0%) verso i migranti. Fra queste due posizioni, si colloca in misura marginale quella della cittadinanza secondo lo ius sanguinis (secondo il 12,3% della popolazione e l'8,3% dei residenti nel Nord Est), a tutti i nati in Italia, purché i loro genitori siano già in possesso di quella italiana.

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