Mafia: maxi sequestro Dia Palermo per 250 mln contro clan Galatolo (3)
(Adnkronos) - La forza intimidatrice esercitata da 'cosa nostra', rileva la nota della Dia, si manifestava attraverso l'imposizione dei prezzi e delle forniture. L'inquinamento del tessuto economico, avvenuto mediante l'immissione di denaro di sicura provenienza illecita, non si è limitato all'acquisizione di attività commerciali lecite, ma ha occupato interi settori del terziario, strettamente legati alle attività di vendita dei prodotti ortofrutticoli all'interno del locale Mercato. Tutto ciò ha provocato una grave e profonda alterazione di tale tessuto economico che, privo delle regole proprie di un libero mercato, risulta fortemente condizionato da 'cosa nostra'. Ai riscontri sulle convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, la complessa attività svolta dalla Dia ha fatto anche emergere una totale sperequazione tra i redditi dichiarati dai soggetti ed i beni posseduti dagli stessi. Ulteriori elementi, che hanno rafforzato l'ipotesi investigativa circa l'infiltrazione mafiosa nell'ambito del locale mercato ortofrutticolo, si traggono dalle Ordinanze applicative di misura cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli, dove viene contestato agli indagati (tra i quali si annovera anche Gaetano Riina , fratello del noto capo mafia Salvatore Riina ) tra l'altro, di controllare il trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano e da questi verso quelli del Sud Italia, interessando, in particolare, i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria, Gela e Marsala .