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Roma: omicidio Gianicolo, a Santa Maria in Trastevere i funerali di Carlo

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Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Sconcerto, smarrimento, dolore per una morte ingiusta, repentina e violenta. Questa l'atmosfera che si respirava nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, dove questa mattina sono stati celebrati i funerali di Marco Macro, il giovane assassinato pochi giorni fa al Gianicolo con un colpo di cacciavite al petto. Un grande cuscino di rose bianche copriva il feretro, accolto fuori e dentro la chiesa dall'abbraccio della famiglia e di tanti, tanti amici. In sottofondo la musica a lui piu' cara: 'We shall overcome', nella versione cantata da Bruce Springsteen, quel 'Boss' che spesso con la sua chitarra Marco suonava nei locali di Trastevere. La mamma Giuliana, il fratello Francesco e lo zio di Carlo in prima fila dietro la bara, sulla quale sono state poi appoggiate una sciarpa della Lazio e una di Bruce Springsteen. Accanto alla madre l'assessore alle Poliche sociali del Comune di Roma Rita Cutini, visibilmente addolorata. In una chiesa gremita di giovani e meno giovani, don Marco Gnavi, che ha officiato la cerimonia, ha sottolineato nella sua omelia come "la morte di Carlo e' stata ingiusta, inaspettata e violenta. La violenza nella vita quotidiana si manifesta in maniera misteriosa, e si e' portata via Carlo che era un giovane pieno di vita, che amava la musica e soprattutto che conosceva i valori dei rapporti umani". "Un ragazzo d'oro generoso con tutti, aperto e sensibile ai problemi degli altri. Qui a Trastevere lo conoscevano in tanti per la sua musica. Trascorriamo una vita quotidiana disarmata in un mondo complicato che ha bisogno di speranza, calore e coraggio - ha detto ancora Don Marco Gnavi - Non facciamoci contagiare dal cinismo e dalla violenza - ha esortato il parroco -, Carlo non lo vorrebbe perché credeva e continua a credere in un mondo puro e nella bontà delle persone. Riempiamo i nostri cuori d'amore e per la mamma Giuliana, per Francesco e per lo zio. Stringiamoci in un abbraccio dolente per tutti coloro che sono morti in maniera insulsa". (segue)

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