Scuola: Toccafondi, su paritarie basta pregiudizi, rottamiamo l'ideologia
Firenze, 22 feb. - (Adnkronos) - "Sulle scuole paritarie occorre portare avanti, oggi più che mai, una battaglia di realismo, una battaglia culturale contro i pregiudizi. Bisogna rottamare l'ideologia, perché anche il nostro Paese veda una effettiva parità tra gli istituti statali e quelli non statali". E' l'invito del sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, parlando oggi a Firenze all'incontro dal titolo "Scuole Paritarie: la libertà che fa scuola", organizzato dal Nuovo Centro Destra, partito di cui Toccafondi è coordinatore regionale in Toscana. "Quando si parla di scuola ci si dimentica sempre - ha proseguito Toccafondi - che il nostro sistema educativo pubblico si regge su due gambe: gli istituti statali e quelli non statali. In Italia, però, la parità è solo giuridica, ma non reale; non a caso siamo tra i fanalini di coda nel mondo, in questo settore. Nei Paesi europei e anche in quelli dell'ex blocco comunista, c'è il buono scuola, oppure lo Stato si fa carico dei costi delle scuole non statali, riconoscendo la loro funzione pubblica. In Italia no. Se per ogni alunno delle scuole statali vengono spesi 6.800 euro all'anno, per quelli delle paritarie solo 500 euro. Considerando che questi ultimi sono un milione, e facendo i dovuti calcoli, il sistema educativo non statale fa risparmiare alle casse pubbliche ben 6miliardi e 300milioni di euro all'anno". Toccafondi, nel suo intervento, ha raccontato delle difficoltà per far reintegrare al governo i fondi (comunque ancora non sufficienti) per le paritarie e ha sottolineato che "è stato solo grazie all'impegno del Nuovo Centro Destra che questo è avvenuto. A sinistra, su questi temi, ci sono ancora troppi pregiudizi ideologici. Se crolla una delle due gambe su cui si regge il nostro sistema educativo pubblico, crolla tutta l'impalcatura", ha concluso il sottosegretario, evidenziando che solo in Toscana le scuole paritarie contano 614 istituti, oltre 34 mila studenti e danno lavoro a 3.900 tra insegnanti e personale ausiliario: un presidio di libertà, e un risparmio economico per lo Stato.