Roma, 25 giu. (Adnkronos) - L'unica alternativa alla violenza negli stadi "è la cultura". Una violenza che spesso trova terreno fertile nelle periferie di città come Napoli "dove la situazione di abbandono e ignoranza è drammatica" e dove "spesso il calcio è uno dei pochi modi per socializzare". Per questo "bisogna destinare più risorse a piccole e grandi associazioni che fanno un lavoro prezioso sul territorio". Commenta così la vicenda che ha portato alla morte di Ciro Esposito, il regista Giovanni Piperno che insieme ad Agostino Ferrente racconta nel film "Le cose belle", da domani nelle sale italiane, proprio la fatica e la bellezza di crescere al Sud, attraverso un viaggio nel ventre profondo di Napoli e nella gioventù di oggi. "In queste periferie - racconta all'Adnkronos - la scuola non riesce a svolgere il suo compito, l'ignoranza raggiunge livelli spaventosi, c'è molta gente che non sa scrivere o leggere, e le alternative sono davvero poche". Un aneddoto fra i tanti: "può accadere che, dopo anni di battaglie e lotte di quartiere, si riesce a fare un parco pubblico ma poi, per evitare che venga vandalizzato, lo si tiene chiuso". Nonostante tutto però "bisogna dire - sottolinea Piperno - che negli ultimi 15 anni sono tante le piccole e grandi associazioni che lavorano sul territorio, facendo un prezioso lavoro culturale, basti pensare che gran parte del cast della serie 'Gomorra' è composto da ragazzi provenienti da laboratori di teatro o audiovisivo realizzati proprio da queste associazioni". "Non è un caso - aggiunge - che a Napoli e provincia, associazioni come Save the Children e Medici Senza Frontiere abbiano postazioni fisse, come si trattasse di un paese disastrato dell'Africa. Insomma - conclude - ci sono tante persone che dal basso, con pochissimi o nessun finanziamento, svolgono un grande lavoro culturale, sostituendosi allo Stato che attraverso la scuola non riesce a farlo. Forse destinando più risorse all'associazionismo e alla scuola - conclude - i ragazzi sentirebbero meno il bisogno di andare a fare a botte negli stadi o fuori...".