Libri: Griner, racconto 'La zona grigia' dei fiancheggiatori Br
Roma, 17 apr. - (Adnkronos) - Potere e terrorismo hanno o hanno avuto dei legami? E quali? Di certo rappresentano una storia mai del tutto chiarita, i cui protagonisti sono in parte ancora presenti sul palcoscenico italiano della politica e della cultura. A descrivere "La zona grigia" (Chiarelettere editore), formata da intellettuali, professori, giornalisti, avvocati, magistrati e operai, che formano una certa Italia "idealista e rivoluzionaria", arriva ora Massimiliano Griner, "nato a Milano -come dice all'Adnkronos- tra la strage di Piazza Fontana e l'assassinio del commissario Calabresi. Attualmente sto lavorando a un profilo biografico di Junio Valerio Borghese (1906-1974)". Ma da chi è formata la 'zona grigia? I fiancheggiatori delle Br sono stati non meno di 10mila, stando ai dati di un rapporto del Partito Comunista Italiano. Si tratta di migliaia di persone che tra simpatie, silenzi e complicità indirette "hanno reso possibile -secondo Griner- una guerra che ha lasciato troppi morti e feriti e che ha infangato il sogno di giustizia di tanti giovani impegnati allora a difendere la democrazia dall'eversione fascista". Perché, "da sole, le Brigate rosse non ce l'avrebbero fatta a mettere in ginocchio un Paese intero". In questo libro si vuole "ricostruire il percorso di chi, tra le file della borghesia e anche della classe operaia, ha aderito, simpatizzato o accettato, talvolta a rischio della vita, di coprire e giustificare il fenomeno terroristico". Negli uffici, in fabbrica, nelle aule universitarie, nei giornali molti simpatizzavano con chi aveva scelto la linea di opposizione violenta allo Stato. Documenti, dichiarazioni, articoli, fatti parlano chiaro e non possono essere smentiti. Non vale ora riscrivere la propria biografia, soprattutto per rispetto nei confronti di coloro che hanno pagato duramente le loro scelte. Per rispetto nei confronti delle vittime. "Talvolta, ricorda ancora Griner, è mancata una franca assunzione di responsabilità ed è prevalsa la voglia di chiudere con il passato, cancellandolo". Per paura, per vergogna o per calcolo di potere.