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Archeologia: al via restauro necropoli punica Sulky a Sant'Antioco (4)

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(Adnkronos) - Per quanto riguarda le necropoli, quella fenicia si può localizzare verosimilmente sulla costa sotto l'area portuale, mentre quella punica è da individuare con sicurezza sotto l'attuale abitato. La necropoli punica di Sulky è attualmente una delle importanti del Mediterraneo, con un numero di tombe molto esteso (circa 1500), la cui cronologia va dai primi anni del V alla fine del III sec. a.C. Nella necropoli prevalgono le tombe a camera ipogea, caratteristiche del periodo punico, anche se non mancano sepolture a "enkytrismos", ossia all'interno di anfore, riservate esclusivamente ai bambini, e alcuni rari esempi di tombe a fossa con copertura a lastre di tufo. Le tombe più antiche sono situate verso la chiesa e il centro del paese, come dimostra la recente scoperta di un ipogeo dei primi anni del V sec. a.C. nella via Belvedere. I numerosi e importanti reperti fenici e punici rinvenuti negli scavi del tofet, della necropoli e dell'abitato, nonché oggetti di età romana sono visibili nel Museo Archeologico Comunale "Ferruccio Barreca". Le prime menzioni sull'antichità e l'importanza del sito di Sant'Antioco risalgono al 1580, ad opera del canonico Giovanni Fara. Dopo di lui molti altri studiosi, tra i quali Della Marmora e lo Spano, si interessarono al sito. I primi interventi scientifici di scavo archeologico furono condotti da Antonio Taramelli, che nel periodo compreso tra il 1903 e il 1921 pubblicò con rigore e precisione il rendiconto della propria attività d'indagine. Successivi interventi furono condotti da Salvatore Puglisi, Paolo Mingazzini e Giovanni Lilliu. Nel 1956 ebbero inizio le indagini sistematiche. Gennaro Pesce scoprì nella località significativamente nota come "Sa Guardia de is Pingiadas" il tofet ed estese l'indagine alla necropoli punica. Successivi interventi, a partire dal 1967, furono condotti da Ferruccio Barreca nell'area della necropoli punica. Alla fine degli anni '80 Piero Bartoloni, Paolo Bernardini e Carlo Tronchetti indagarono un'area dell'abitato del I sec. d.C. (Cronicario).

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