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Mostre: 'Il mestiere della arti' di Sauro Cavallini a Ravenna

AdnKronos

Roma, 12 feb. (AdnKronos) - Ci saranno anche le sculture in bronzo di Sauro Cavallini - l’artista spezzino di nascita, ma fiorentino d’adozione scomparso nel luglio del 2016 – ne “Il mestiere delle arti. Seduzione e bellezza nella contemporaneità”, la grande mostra d’arte collettiva che si inaugura negli spazi del Museo Nazionale di Ravenna il prossimo 15 febbraio (alle 18) e che proseguirà fino 29 maggio. Nata da un’idea del direttore del Polo Museale dell’Emilia Romagna, Mario Scalini, e con un titolo che trae ispirazione dal celebre film di Ermanno Olmi del 2001, la rassegna si pone l’obiettivo di “metter pace” tra arte e artigianato sotto l’egida della contemporaneità: “Perché a Ravenna – dice Scalini – per esempio i mosaici rappresentano da oltre duemila anni la contemporaneità, e sono ancora oggetto di un fervore artistico molto diffuso. Per questo l’organizzazione di una mostra capace di coniugare ‘seduzione e bellezza nella contemporaneità’ qui ha trovato un ambiente adatto”. Curata da Ornella Casazza e dal direttore del Museo Nazionale di Ravenna, Emanuela Fiori, la mostra propone una selezione di opere di artisti che spaziano non solo tra scultura e pittura, ma si allargano poi all’oreficeria e all’utilizzo di svariati materiali, dal bronzo alla ceramica, dal legno al vetro, dalla seta alle pietre dure. E proprio il bronzo è stato uno dei materiali prediletti di Sauro Cavallini. Infatti, dopo essere state ammirate lo scorso ottobre nella mostra antologica “Luce e ombra” - curata dal Centro Studi intitolato all’artista e ospitata nella Sala delle esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze - alcune sculture in bronzo di Sauro Cavallini dedicate ai temi della danza e degli animali, tanto cari al maestro, sono state selezionate e saranno protagoniste anche in riva all’Adriatico. Per quasi tre mesi e mezzo nel Museo Nazionale ravennate si potranno ammirare due opere particolarmente significative dell’attività artistica di Cavallini - il Gufo del 1981 e Passo a due del 1984 –, testimonianze di quanto fosse importante per lui la ricerca sul movimento. La mostra “Il mestiere delle arti” sarà un’ottima occasione per ammirare - oltre alle opere di Sauro Cavallini - anche quelle di altri esponenti delle arti figurative, tra i quali Igor Mitoraj, Jean-Michel Folon, Giacomo Manzù, Mimmo Paladino, Ivan Theimer, Giuliano Vangi, Kan Yasuda, Pietro Cascella e Mario Ceroli.