Napoleoni: "A Bruxelles è nato un nuovo terrorismo, quello interno europeo"
Roma, 23 mar. (Labitalia) - "Bruxelles segna un'evoluzione pericolosissima del conflitto e la nascita di un nuovo fenomeno: quello del terrorismo interno europeo". Parte da qui Loretta Napoleoni, economista ed esperta di economia criminale e finanziamento al terrorismo (in questa veste è anche consulente di governi e istituzioni internazionali), per parlare con Labitalia dei tragici fatti di Bruxelles. "Questa non è una battaglia -dice- tra musulmani e non musulmani: si tratta di una battaglia tra alcuni europei e il resto degli europei". "Molto è cambiato -spiega Napoleoni- dall'attentato alla stazione di Atocha a Madrid nel 2004. Allora c'erano generiche rivendicazioni di indipendenza del jihad in Iraq e il desiderio di far conoscere queste rivendicazioni. Oggi la situazione è più grave perché negli ultimi 6 mesi si è attivata una vera e propria rete europea, che prima non c'era. Insomma, si è aperto un fronte europeo perchè questi attentatori sono europei con passaporti europei e attaccano europei". "In più i terroristi -aggiunge l'esperta- si sono resi conto di quanto sia facile fare un attentato in Europa. E da un punto di vista mediatico, gli attentati di Bruxelles portano loro dei risultati di eccezionale visibilità. Non a caso gli attacchi alla metro e Zaventem (sicuramente preparati da mesi) sono stati fatti proprio ora, nel corso della Settimana Santa. La Pasqua, ancor più del Natale, rappresenta l'essenza stessa della cristianità e a Pasqua si va ancora di più in vacanza, ci si muove più che a Natale. E loro, i terroristi, hanno colpito i 'crociati' al cuore". Napoleoni spiega la 'svolta interna' del terrorismo islamico con un paragone: "E' come se si fosse riattivato qualcosa di simile al nostro terrorismo degli anni '70, in cui una piccola parte della società esercitava le sue rivendicazioni con violenza e sangue nei confronti del resto della società. C'è da chiedersi -domanda Napoleoni- perché, se questi terroristi sono europei, facciano questi attentati. E' perché l'Europa non è quella che pensiamo che sia o che avrebbe dovuto essere: intanto non è riuscita a creare una società multietnica. Abbiamo fatto un'Unione europea soprattutto a livello monetario, tralasciando il livello politico e sociale". "C'è un problema serio di approccio con questi nuovi europei: a Bruxelles la comunità musulmana è emarginata e confinata dentro il quartiere di Möllenbeck: eppure non si è riusciti a trovare il super-ricercato d'Europa, Salah che stava lì, sicuramente da tempo. Mancano ancora gli strumenti per censire, per capire e per avere la situazione sotto controllo. Eppure le tecniche ci sono", dice Napoleoni. Per l'esperta, "la situazione è molto seria" e "dobbiamo intervenire subito". Come? Napoleoni ricorda che "in Italia, e non solo, abbiamo sconfitto il terrorismo con le infiltrazioni". Per questo, aggiunge, "chi opera nell'anti-terrorismo, deve innanzitutto cominciare a conoscere bene le persone che sono qui e saperle approcciare". Infiltrare per conoscere, dunque. Minor fiducia, invece, nella cosiddetta 'intelligence unica'. "Non credo che si arriverà mai -spiega l'esperta- a un sistema di intelligence europeo vero: gli Stati si opporranno sempre, perchè in questo modo loro stessi sarebbero sotto osservazione e spiati". Comunque, sostiene Napoleoni, "è sicuro che ci saranno altri attacchi e io credo prima del referendum sulla Brexit (23 giugno ndr)". L'obiettivo, avverte, "è quello di far uscire la Gran Bretagna dall'Europa". "Nel frattempo -conclude- arriverà l'estate e da noi e in Grecia arriveranno due milioni di migranti. La Germania potrebbe revocare Schengen ed è finita l'Europa".