Hays, per la prima volta dal 2012 diminuisce il gap di competenze
Roma, 2 ott. (Labitalia) - Per la prima volta dal 2012, quest'anno si registra un leggero calo del gap tra domanda e offerta di competenze sul mercato del lavoro globale. È quanto emerge dall'Hays Global Skills Index 2017, la sesta edizione del report pubblicato ogni anno da Hays, società leader nel recruitment specializzato, in collaborazione con Oxford Economics. L'analisi, dal titolo 'Regional dynamics of the global labour market: skills in demand and tomorrow's workforce', prende in esame i mercati del lavoro di 33 economie a livello mondiale (inclusa l'Italia), al fine di individuare i principali trend occupazionali. Un modesto miglioramento dell'economia globale ha visto attenuarsi leggermente le pressioni del mercato del lavoro rispetto al 2016, anche grazie alla crescente mobilità globale dei professionisti che dà vita a un flusso di lavoro qualificato in tutti i Paesi. In alcuni settori e ruoli specializzati, tuttavia, le imprese faticano ancora a trovare professionisti qualificati. Nel dettaglio, il flusso di professionisti qualificati che si trasferiscono all'estero per lavoro sta contribuendo a un leggero calo del gap di competenze sul mercato del lavoro globale. Secondo le stime delle Nazioni Unite, 244 milioni di persone - pari a circa il 3,3% della popolazione globale - vivono in un Paese diverso da quello di nascita. Inoltre, all'interno dell'Unione europea nel 2016, il 29% dei residenti all'estero aveva un livello di istruzione universitario, pari a un incremento del 3% rispetto al 2011. La crescente mobilità globale di professionisti qualificati sta controbilanciando anche il progressivo invecchiamento della popolazione che interessa numerosi Paesi tra quelli presi in esame. Ad esclusione dell'India, infatti, la popolazione in età lavorativa dei Paesi interessati dall'indagine diminuirà di circa un milione di persone entro la fine del 2017, ma, grazie al gran numero di professionisti altamente specializzati che si trasferiscono per lavoro in Paesi diversi da quello d'origine, il numero dei lavoratori crescerà comunque di 1,1 milioni. Anche la digitalizzazione ha un ruolo fondamentale nella flessione del gap di competenze, poiché consente a professionisti qualificati di lavorare in modo flessibile e da remoto. Negli Stati Uniti, nel corso dell'ultimo decennio, il numero di lavoratori indipendenti, con incarichi a contratto, temporanei e a chiamata è aumentato di 5 punti percentuali, arrivando a rappresentare il 15% della forza lavoro del Paese. In Europa, negli ultimi cinque anni, il numero di professionisti freelance è cresciuto quattro volte più velocemente rispetto all'occupazione totale, mentre nella regione dell'Asia Pacifica, Australia e Singapore sono tra i Paesi con il maggior numero di lavoratori freelance. Infine, le entrate provenienti da questi professionisti nelle Filippine, in Bangladesh, in India e in Pakistan sono tra le più alte del mondo. Per far fronte a uno scenario tecnologico in continua evoluzione, le imprese dovranno dare massima priorità alla formazione e all'istruzione affinché i propri dipendenti siano preparati ad affrontare i cambiamenti portati dalle nuove tecnologie e le loro competenze restino rilevanti per il mercato del lavoro. Rispetto allo scorso anno, la diminuzione della pressione nei mercati europei e mediorientali faciliterà le aziende nell'attrarre e fidelizzare i talenti migliori. Questo dovrebbe tradursi nell'organizzazione di programmi di formazione volti a garantire alle aziende una 'riserva' di talenti per il futuro. “Dopo un periodo di incertezza a livello globale, ci sono numerosi segnali positivi di cambiamento per le imprese di tutto il mondo. Quest'anno c'è un clima di cauto ottimismo grazie a una lieve flessione della pressione del mercato del lavoro", ha commentato Alistair Cox, Ceo di Hays. "Tuttavia, nonostante una leggera diminuzione percentuale del gap tra domanda e offerta, la mancanza di competenze - ha avvertito - rimane un problema persistente che necessita immediata attenzione da parte delle aziende, dei governi e degli istituti di formazione. La digitalizzazione sta giocando un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi scenari, per questo le imprese, anziché temere il cambiamento, dovranno impegnarsi per evolvere in modo costante e cercare di trarre vantaggio dalle trasformazioni tecnologiche”.