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I repubblicani disperati accusano Romney: "Sei un capitalista"

Cortocircuito nel Gop: i candidati che sfidano il super favorito cavalcano toni buonisti e tesi di sinistra. Non possono che aiutarlo

Andrea Tempestini
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I candidati del GOP disperati per il vantaggio acquisito da Mitt Romney nei sondaggi per le primarie hanno trovato una linea comune di attacco all'ex governatore del Massuchusetts, che si vanta di essere un uomo di businnes avendo fatto l'imprenditore per (quasi) tutta la vita: lo accusano di essere un capitalista, perche' ha fatto un mucchio di soldi nella sua attivita' di partner e di Ceo della Bain Capital, societa' di private equity specializzata nella compravendita e ristrutturazione di aziende. Come dovrebbe essere ovvio per chi si professa un conservatore liberista, a favore della libera impresa in un sistema capitalistico, la regola di base e'  la ricerca del profitto, che e' la condizione per lo sviluppo di una azienda, il motore della creazione di posti di lavoro veri. E' quanto ha fatto la Bain sotto Romney, prima che lui la lasciasse per andare a fare il commissario speciale che salvo' le Olimpiadi di Salt Lake City nello Stato, mormone come lui, dello Utah. Durante la sua guida al timone della Bain, negli Anni 80 e 90, secondo il Wall Street Journal, delle 77 compagnie nelle quali la Bain ha impegnato i soldi dei dei suoi clienti, 22 sono finite in bancarotta o hanno chiuso i battenti otto anni dopo il primo investimento. Con l' insieme delle operazioni finanziarie e manageriali, la Bain ha realizzato comunque enormi profitti con Romney, variabili annualmente dal 50% all'80% del capitale investito. Nel corso degli anni, tra aziende chiuse e altre rivitalizzate o potenziate, il saldo positivo di personale “in piu'”  tra i lavoratori interessati dall'intervento della Bain e' stato di 100mila unita', secondo Romney. Se uno volesse la dimostrazione concreta che il capitalismo e' “distruzione creativa”, insomma, potrebbe prendere la Bain come caso di scuola. Che Gingrich (“Io sono assolutamente per il capitalismo... ma faccio una distinzione tra capitalismo e saccheggio di una impresa”, ha detto), Perry e lo stesso Paul abbiano usato la parte “licenziamenti” della attivita' di Romney per dipingerlo come uno senza cuore che manda a casa i dipendenti ha stupito Romney, che si aspettava questi attacchi dai democratici, non dai compagni di partito. Cosi' facendo, spinti dalla disperazione, Gingrich e gli altri gli stanno pero' facendo un piacere. Chris Chocola, presidente del Club per la Crescita, un pensatoio conservatore, ha definito “disgustosi” gli attacchi di Gingrich a Romney, e “inimmaginabili per chi si autodipinge come un conservatore reaganiano” perche' ha “partecipato ad attivita' imprenditoriali in un sistema di libero capitalismo” (alcune di grande successo come  Dominos's Pizza e Staples). Se a Romney facevano difetto le credenziali di conservatore nel GOP, insomma, i toni buonisti e sostanzialmente welfaristici e di sinistra usati dai suoi avversari neo-anticapitalisti non possono che fargli del bene. Per di piu', costringono Romney a studiare a fondo gli argomenti di difesa della sua propria attivita' di capitalista ben prima che le contestazioni gli arriveranno dal populista in capo Obama. E a proposito, lo staff della compagna di Mitt potrebbe anche essere stimolato, da questo dibattito-sfida sui sistemi sociali e sulle esperienze dirette, a ribattere pan per focaccia. Se  gli anni di Romney creatore di profitti, di posti e di licenziati saranno al centro dei confronti tra i due sfidanti prima del voto, perche' non fare una analisi dei risultati concreti della attivita'  come organizzatore politico di quartiere a tempo pieno del militante Barack a Chicago, negli anni in cui ha edificato la sua base di potere tra gli abitanti dei quartieri poveri? Quanti morti ammazzati in meno, quanti delitti per droga in meno, quanti posti di lavoro in piu', quanti studenti promossi in piu', anno per anno, nel periodo in cui Barack era il Ceo dei circoli dei Democratici dei ghetti da “salvare”. Sara' davvero interessante scoprire i numeri. Sono convinto che se Obama ne avesse da vantare di positivi, li conosceremmo alla nausea dal 2008, grazie anche ai media simpatetici. Misterioso e' invece il fatto per cui i repubblicani, e neppure la minuscola parte di giornali filo-conservatori, non si siano finora impegnati in una simile analisi di “controllo dei fatti” sulla Chicago di Obama. Le polemiche sul Romney capitalista stimoleranno la curiosita' sul Barack funzionario organizzatore di quartiere con i soldi pubblici? di Glauco Maggi Twitter@glaucomaggi

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