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Quando il globo si scaldò e l'uomo non c'entrava

Ricercatori della Università di Syracuse hanno scoperto che il "Periodo caldo medioeveale" si estese a tutto il globo

Matteo Legnani
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L'uomo è innocente: 1000 anni fa, nel Medioevo, non c'erano i Suv ma ci fu lo stesso un bel  surriscaldamento globale. L'ultima puntata della demolizione delle accuse dei verdi del Global Warming al genere umano di essere responsabile del riscaldamento della Terra viene dalla Università di Syracuse, nello Stato di New York. Un team di scienziati guidato dal geochimico Zunli Lu ha scoperto che, contrariamente al “consenso” fin qui raggiunto dagli storici del clima, il “Periodo Caldo Medioevale” dall'anno Mille al 1500 non si era limitato all'Europa, ma ha riguardato l'intero globo, estendendosi all'emisfero meridionale fino ad arrivare al polo sud. Come dire che capita, ed è appunto capitato, che il mondo si scaldi e si raffreddi per motivi suoi senza curarsi più di tanto del concorso umano. Il riscaldamento dell'Antartico di mille anni fa contraddice la tesi dell' Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell'ONU, il gruppo che ha condiviso qualche anno fa il Nobel della Pace (?!?) con Al Gore sostenendo che l'uomo moderno era la causa delle temperature in rialzo e che il balzo del calore medioevale era solo un fatto locale in Nord Europa. Invece, il professor Lu ha dimostrato che questa “limitazione nello spazio” è falsa, portando la prova di un raro minerale, chiamato ikaite, che si forma nelle acque fredde. “L'ikaite è una versione ghiacciata di una pietra calcarea”, ha spiegato Lu illustrando la scoperta. “I suoi cristalli sono stabili soltanto in condizioni di temperatura fredda e si sciolgono a temperature miti”. Gli scienziati di New York State hanno notato che l'acqua che tiene insieme la struttura cristallina (Hydration Water) trattiene informazioni precise su quale sia la temperatura nel momento in cui i cristalli si stanno formando. Per la prima volta, dunque, l'ikaite è diventata una sorta di “termometro del passato”, un mezzo per studiare le condizioni del clima in precedenti fasi storiche.   La squadra di Lu ha lavorato su campioni di cristalli di ikaite recuperati da sedimenti scavati al largo delle coste dell'Antartide, che avevano incominciato a depositarsi oltre 2000 anni fa. In particolare, i ricercatori hanno esaminato gli strati di cristalli di ikaite del Polo Sud che si erano depositati durante il "Periodo Caldo Medievale" e durante la successiva “Piccola Glaciazione” registrata tra il 1500 e il 1700.   Entrambi i periodi climatici erano stati documentati con studi relativi al Nord Europa, ma non si era finora potuto stabilire se si erano estesi fino a raggiungere l'Antartide. Lu e i suoi studiosi hanno scoperto di sì, deducendolo dagli isotopi di ossigeno pesante trovati nei cristalli del Polo Sud. “Abbiamo dimostrato che gli eventi climatici del Nord Europa influenzarono le condizioni di tempo nell'Antartide”, ha detto Lu. “E, cosa ancora più importante, siamo estremamente felici di aver scoperto come si possa estrarre un segnale climatico da questo particolare minerale. Una nuova chiave di lettura è sempre benvenuta quando si studia la storia passata del clima”. Quando La ricerca è stata appena pubblicata online su “Earth And Planetary Science Letters” e apparirà nel numero di aprile della stessa rivista scientifica. di Glauco Maggi

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