Troppe tasse, gli americani rinunciano alla cittadinanza

Giulio Bucchi

Oggi è il tax day negli Usa, e il giorno coincide con la notizia, data dalla Reuters, secondo cui (Titolo della agenzia) “Le tasse spingono più americani a rinunciare alla cittadinanza”. Secondo il dipartimento delle entrate Usa IRS (Internal Revenue Service) sono stati nel 2011 quasi 1800 gli americani, con doppia cittadinanza, e che per lo più vivono all’estero per una parte dell’anno o del tutto, a  rinunciare alla cittadinanza Usa. L’unica spiegazione razionale possibile è che fuggono dal castello di norme e incombenze burocratiche, e dalle aliquote elevate, che è stato via via eretto negli anni dal Congresso. Obama lo ha reso ancora più complesso nel suo primo mandato, e la sua promessa-minaccia in campagna elettorale di rendere il terreno per i cittadini americani ancora più accidentato per i prossimi quattro anni ha convinto più gente a dire addio agli Usa, prima ancora di sapere se a Barack sarà concesso il bis. Chi ricorda le sparate di qualche ultrasinistro divo di Hollywood che disse “cambio Paese se Bush viene confermato” (ma era solo propaganda) assiste oggi invece ad un movimento silenzioso di contribuenti che “votano con i piedi” e se ne vanno davvero, senza fanfare. L’anno scorso è stato l’anno record da quando l’IRS fornisce i dati (dal 1998), con un numero di rinunciatari pari a ben otto volte quello di chi fece l’atto formale dell’ abiura nel 2008. Anche sommando i fuggitivi del 2007, del 2008 e del 2009, non si arriva alla quota dell’anno scorso. Il numero ufficiale fornito dall’IRS è di 1788, ma pare che sia un conteggio sbagliato per difetto. Leggendo la lista dei nomi resa pubblica, molti tra quelli che si sono cancellati hanno infatti detto all’agenzia Reuters di non aver ritrovato il proprio nominativo. Gli Stati Uniti è uno dei rari paesi che tassano i propri cittadini sul reddito che guadagnano mentre stanno vivendo all’estero. Attualmente, i cittadini in questa condizione sono stimati in 6,3 milioni, e tra di loro ci sono preoccupazioni e malcontento per la trafila complessa e oppressiva che devono seguire nel compilare la loro dichiarazione 1040. Per costoro, la scadenza per la presentazione è giugno, non aprile. Secondo alcuni avvocati, la decisione dell’IRS di dare i nominativi in pasto al pubblico è dettata dalla volontà dell’amministrazione di coprirli di vergogna, additandoli come cittadini che abbandonano l’America per motivi finanziari. E, inoltre, c’è anche una “tassa all’uscita” per quelli molto facoltosi che scelgono di non dover più compilare il famigerato modello 1040 (il 740 in Italia). Negli ultimi 25 anni, tra coloro che hanno voltato per sempre le spalle al fisco di Washington ci sono stati Ted Arison, il vecchio fondatore della Carnival Cruises, società delle crociere, e Michael Dingman, un ex direttore della Ford Motors. di Glauco Maggi twitter@glaucomaggi