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Ricetta anti-crisi di Monti"La Turchia in Europa"

L'economia turca è quella che nel 2011 è cresciuta di più nel mondo. Il premier ha messo gli occhi sui soldi di Ankara

Matteo Legnani
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  Per uscire dalla crisi l'Europa ha bisogno di soldi. Tanti soldi. La Merkel e i tedeschi (che sono gli unici che li hanno, i soldi) ce li vogliono mettere, ma fino a un certo punto. Ed ecco, allora, la ricetta-Monti per l'uscita dalla crisi: far entrare nell'Unione europea la Turchia. Il premier lo ha detto oggi, durante la conferenza stampa al termine dell'incontro con il primo ministro di Ankara Tayyip Erdogan: "L'Italia garantirà un sostegno forte e convinto" all'adesione della Turchia, che potrà "portare un valore aggiunto economico, geopolitico, strategico, culturale ad un'Europa anziana demograficamente, stanca e non piena di impulso economicamente". La Turchia rappresenta invece un esempio "di Paese vibrante, più giovane come struttura demografica, in ascesa economica, con l'ottimismo sul futuro". L'idea, al di là delle motivazioni economiche, non è nuova: la sostenne Romano Prodi nel 2007 nel corso del suo ultimo governo e poi anche Silvio Berlusconi, che si fece addirittura "alfiere" dell'ingresso di Ankara in Europa, suscitando le ire dell'alleato leghista per il quale "il no alla Turchia nella Ue non è negoziabile". E c'è da giurarci che l'uscita odierna di Monti sarà un nuovo fronte che il Carroccio aprirà nei prossimi mesi nella sua opposizione al governo tecnico. Geograficamente parlando, solo una piccola parte del territorio turco, la Tracia, fa effettivamente parte dell'Europa, mentre la penisola del'Anatolia si trova la di là del Mar di Marmara ed è quindi la propaggine più occidentale del continente asiatico. Ma tutto questo potrebbe essere superato dalla forza economica del paese: nei primi sei mesi del 2011 il Pil turco è cresciuto dell'11%, cioè più di quello di qualsiasi altro paese al mondo, Cina compresa. E nei primi nove mesi dello scorso anno la crescita era dell'8,2% (media europea +1,6% - Italia +0,4%). In termini di Parità del potere di acquisto (Ppp), la Turchia è la 16esima economia mondiale e aspira a entrare fra le prime dieci nel 2023. Negli ultimi otto anni il reddito pro capite turco è triplicato. Argomenti forti da mettere sul piatto (che piange) di Bruxelles.  

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