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L'Istituto per l'agroalimentareCinque milioni per 5 pratiche

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Lucia Esposito
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  Suggerimento al presidente del consigio Mario Monti: l'Istituto per lo sviluppo dell'Agroalimentare, società finanziaria partecipata al 100% dal mnistero delle Politiche agricole. Un ente inutile che però - come scrive il sito del Fatto Quotidiano - è uscito indenne anche dall'ultima sforbiciata di Monti. Eppure basterebbe dare un occhio alla "mole" di lavoro che smaltisce l'istituto per avere idea di quanto poco utile sia. Entro questa settimana il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, dovrà rispondere in Aula a Montecitorio all'interpellanza urgente presentata dall'Italia dei valori che ha chiesto spiegazioni sull'eccessivo esborso di denaro pubblico. Anche a fronte della produttività: 36 pratiche di finanziamento in 7 anni.  I numeri All'Istituto ci sono 34 dipendenti  (4 dirigenti, 16 quadri e 13 impiegati) e per i loro stipendi, più quelli di 7 collaboratori a progetto e dei vertici dell'Istituto, lo Stato paga ogni anno 5 milioni e 721 mila euro. Cioè una media di oltre 100 mila euro l'anno a compenso. La società ha un capitale da 300 milioni e ha lo scopo di promuovere lo sviluppo agroindustriale con prestiti a tassi vantaggiosi per le imprese che possono restituirli in dieci anni.  Il Fatto scrive:  “Le aziende che avrebbero bisogno di questo tipo di incentivi sono almeno 2500 – spiega il responsabile Agricoltura dell'Idv, Ignazio Messina – ma fonti interne all'istituto mi hanno confermato che quest'anno per ora gli interventi finanziati sono solo 3. Una situazione che grida vendetta”. Stipendi Come se non bastasse ci sono gli stipendi del personale: a partice da Annalisa Vessella che daluglio 2011 l'amministratore delegato dell società. Guadagna 140mila euro l'anno di stipendio base, stipendio che va ad aggiungersi a quello di consigliere regionale della Campania altri 115mila euro). Il compenso che spettava ai consiglieri uscenti dell'Isituto era di 25 mila euro anni ma, in base a un legge del 2010 le indennità dei cda delle società interamente pubbliche dovevano essere ridotte del 10%, in questo caso a 22.500 euro. All'Isa le cose sono andate diversamente: gli stipendi sono aumentati.     

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