L'assalto dei tecnici

Preparatevi alla patrimoniale: ecco come difendersi

Giulio Bucchi

  di Claudio Antonelli Premessa. In Italia la patrimoniale esiste già. Se sommiamo l’Imu sulla casa, l’imposta di bollo straordinaria sui depositi, l’imposta sugli immobili detenuti all’estero,  la patrimonialina sui conti correnti o depositi detenuti fuori confine e i super bolli per auto di lusso e yacht, mancano solo le imposte su cavalli, gioielli e sui quadri per fare quello che in Francia chiamano imposta di solidarietà   sulla fortuna. Se il governo dovesse decidere per una consacrazione e riorganizzazione di quanto già è stato fatto, come Monti ha fatto trapelare, finirebbe con lo stratificare tasse già in uso. Tralasciando i dettagli funesti, le possibilità di sfuggire a una tale imposta sono sempre più esigue. Almeno da un punto di vista legale. Tenendo presente che i patrimoni mobili (azioni, titoli, depositi e conti correnti) aggredibili dal fisco viaggiano sui 2.000 miliardi, la scelta sarebbe tra un prelievo secco dello 0,5%, per esempio, o uno progressivo come in Francia. A Parigi viene applicata un’aliquota compresa fra lo 0,55 e l’1,8% del patrimonio. A partire da 790 mila euro e fino a 1,3 milioni si paga lo 0,55%, lo 0,75% fino a 2,5, l’1,8% è a carico di chi ha un patrimonio superiore a circa 16 milioni. Nel caso di una scelta progressiva, qui da noi, una prima difesa consisterebbe nello spacchettamento del patrimonio: tra i figli,  per esempio. Così si eviterebbe il salasso. Una coppia di sessantenni con un conto in banca da 100.000 euro, a fronte di una soglia di esenzione a quota 70.000, può bonificare 30.000 euro alla primogenita (purché ovviamente costituisca famiglia a sé) per eludere la tassa. Se non si vogliono far apparire i bonifici basta prelevare i contanti e darli alla figlia. Ma va fatto in piccole tranche.    Leggi l'articolo integrale di Claudio Antonelli su Libero in edicola oggi, martedì 13 novembre