Tpl: Nasso (Filt), ripartire da settore per il rilancio Paese
Firenze, 1 apr. - (Adnkronos) - "I trasporti sono una grande, irrisolta, questione nazionale, tra le tante questioni irrisolte, ma non certo l'ultima in ordine d'importanza, quando è necessario e urgente affrontare il tema della ripresa e dello sviluppo". È quanto ha evidenziato nella sua relazione al congresso nazionale, in corso a Firenze, il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, spiegando che "bisognaripartire dalle necessità del Paese, dal contrasto alla crisi che il settore può portare e dalla domanda di servizio universale di mobilità che i cittadini esprimono". "Rivendichiamo - ha detto alla platea congressuale il segretario generale della Filt - una politica unitaria dei trasporti, per lo sviluppo e la difesa dell'ambiente e del territorio, individuando negli investimenti nelle infrastrutture, nell'assunzione piena del ruolo di regolazione e programmazione pubblica da parte del Governo nazionale, delle Regioni e degli Enti Locali, non solo della nuova Autority dei trasporti, nelle risorse per il servizio universale, le grandi leve che possono sollevare il settore e rimetterlo al servizio del Paese. Secondo Nasso "il deficit infrastrutturale dell'intero Paese e la possibilità, al contrario, di creare economia, qualora questo deficit fosse colmato, rendono a volte surreale l'accanirsi ideologico nel dibattito intorno ai pochi interventi di dotazione di grandi infrastrutture ancora possibili nella scarsità di risorse, con obiezioni di scarso rilievo dal punto di vista trasportistico ed economico, che evocano un Paese che dovrebbe fronteggiare la necessità di crescita della manifattura, delle esportazioni, del turismo e del commercio con le dotazioni dell'ottocento". "Noi continuiamo a pensare - ha detto il segretario generale della Filt - che le poche grandi infrastrutture ancora nella possibilità di costruzione siano un bene per il Paese, in particolare la Torino-Lione, il Terzo Valico e il collegamento Napoli-Bari, così come non si possono cancellare gli interventi indispensabili di modernizzazione delle infrastrutture per il servizio nei nodi metropolitani e nelle città".