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Lucchini: consiglio toscano, risoluzione per immediata operativita' accordo (2)

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(Adnkronos) - Per Giuliano Fedeli (Idv) la questione delle acciaierie andava affrontata almeno trent'anni fa. Secondo il vicepresidente la vicenda Lucchini non è esplosa come un fulmine a ciel sereno, è mancata una programmazione seria sul ruolo della siderurgia in Italia. Per Fedeli il colpo di grazia alla Lucchini è arrivato con la svendita dello stabilimento e con il mancato ammodernamento, che ha portato lo stabilimento a non essere più competitivo. Nel suo intervento Fedeli ha ringraziato il Rossi per l'impegno profuso per la stipula dell'accordo e ha ricordato la difficoltà del percorso, sottolinaneando come per le imprese multinazionali, con le quali il polo siderurgico toscano si dovrà confrontare, anche lo stabilimento di Piombino può essere considerato un ostacolo da rimuovere. Per il consigliere Paolo Marini (Fds), quanto è accaduto a Piombino è il risultato di trent'anni di governo senza una politica industriale nazionale. Si è commesso l'errore di credere che ci potesse essere sviluppo anche senza l'industria. Marini ha definito l'accordo di programma una svolta epocale, raggiunto grazie al ruolo fondamentale svolto dalla Regione Toscana. L'accordo rappresenta però anche delle incognite, visto ad esempio ciò che avvenne nel 1992 con un accordo analogo per la chiusura della Dalmine di Massa. Gli elementi di ottimismo, ha concluso, sono due: la scelta dei lavoratori di rimanere dentro la fabbrica e l'atteggiamento della Regione. Secondo Andrea Agresti (Ncd) lo spengimento dell'altoforno della Lucchini è l'ultimo atto del dramma di un territorio, iniziato con la chiusura delle miniere dell'entroterra e dell'Amiata. Una lunga serie di vicende in cui la politica, pur molto presente, non ha mai scelto la via della riconversione ma solo quella degli ammortizzatori sociali. Ricovertire, ha aggiunto, sarebbe però costato molto meno. Ora, è necessario non disattendere i contenuti dell'accordo di programma, perché l'obiettivo deve restare quello di mantenere a Piombino un polo della siderurgia di qualità. Necessario anche attivare tutte le sinergie con il porto. Positivo, infine, che si parli di adeguamento delle infrastrutture, anche se in questo senso la Regione ha perso tempo prezioso. (segue)

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