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Istat, il Pil a -0,2% nel secondo trimestre

Lucia Esposito
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Dall'Istat arriva la mazzata: nel secondo trimestre del 2014 il  prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2013. Il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica:  agricoltura, industria e servizi. Numeri drammatici, cifre che certificano la recessione.  I segnali c'erano tutti già da qualche giorno, ma adesso l'Istat ha messo nero su bianco il pessimo andamento della nostra economica, davanti a una "crescita zero". Da giorni in via XX settembre dicono che le ipotesi sui possibili interventi non sono ancora state sviluppate ma i conti non tornano e qualcosa bisognerà pur fare e così secondo quanto scrive Il Messaggero, il Tesoro ha già messo nel mirino le detrazioni. Gli uffici tecnici sono già al lavoro e si muovono in una doppia direzione: tagli alla spesa sui ministeri e sulle agevolazioni fiscali. Tutte le detrazioni e detrazioni a cittadini e imprese che sgonfiano il gettito per 152 miliardi. Una fonte del Tesoro confida al Messaggero che, nonostante "la maggior parte delle 285 misure di agevolazione è blindata perché si tratta di misure a favore delle famiglie e dei pensionati é arrivato il momento di intervenire su altre voci". I numeri dell'Istat non fanno che confermare quello che Bankitalia e e Fmi avevano previsto per l'Italia e cioè che il la crescita non c'è e la previsione  la previsione per il 2014 del governo, +0,8%, non si trasformerà in realtà. A questo punto Renzi e Padoan dovrano rivedere necessariamente i loro piani anche perché devono tenere il deficit sotto il tetto del 3%.  L'ottimismo del ministro - In un'intervista al Sole 24Ore il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan precisa che non ci sarà un'altra manovra. Dice: "I dati dell'economia anche più recenti confermano un'economia che stenta a uscire dalla recessione. Rimango, però, convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi trimestri e nei prossimi anni. Parlo del 2015 e del 2016. E dico questo non per una banalità contabile, ma perché è importante mantenere una prospettiva di medio periodo e i primi atti del governo Renzi sono, per me, tutti orientati a un obiettivo: realizzare politiche con impatto duraturo e crescente nel lungo termine".  Padaon spiega come i dati negativi dell'Istat riguardano soprattutto, gli investimenti mentre, invece, "i dati su consumi e esportazioni sono moderatamente positivi. Questo fa sperare bene sul recupero di fiducia delle famiglie e conferma che c'è una fase di uscita dalla recessione che è molto faticosa perché la recessione è davvero profonda. Non dimentichiamoci che il 2013 ha chiuso con un risultato finale di meno 1,9."

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