Ferrari, Sergio Marchionne nuovo presidente: addio a Luca Cordero di Montezemolo
Sergio Marchionne è il nuovo presidente della Ferrari. L'ad di FCA - Fiat Chrysler subentra a Luca Cordero di Montezemolo, di fatto esautorato già domenica dallo stesso Marchionne, durissimo nel suo giudizio dal salotto di Cernobbio. Ieri, martedì 9 settembre, c'era stato l'incontro tra i due a Maranello, presso la sede della Rossa. "Le sue dimissioni non sono sul tavolo, che resti, ma nessuno è indispensabile. La cosa importante per la Ferrari è vincere, non solo nei risultati economici, ma anche dal punto sportivo e invece sono sei anni che stiamo facendo una fatica incredibile", aveva attaccato Marchionne. Prima di iniziare una nuova avventura (Alitalia?), a Montezemolo andrà una lauta buonuscita. Al 67enne manager bolognese sarà concesso un addio "con l'onore delle armi": circa 300 milioni idi euro tra liquidazione e stock option, come scrive Nino Sunseri su Libero in edicola oggi, mercoledì 10 settembre. Le ragioni della rottura - La frattura tra Marchionne e Montezemolo, almeno ufficialmente, nasce dunque dal fallimento sportivo degli ultimi sei anni. Altro discorso per i risultati economici, merito che lo stesso manager italo-canadese ha riconosciuto a Montezemolo. La controllata di Fiat ha chiuso il 2013 con utile netto e fatturato record, pari rispettivamente a 246 milioni di euro e 2,3 miliardi, nonostante la strategia di limitare la produzione per mantenere l'esclusività del marchio. E dal cda sul semestre di Ferrari, previsto domani, potrebbero uscire numeri ancora più importanti. Tuttavia, secondo alcuni osservatori (e come suggerito amaramente domenica dallo stesso Montezemolo), l'avvicendamento alla presidenza con Marchionne potrebbe essere considerato più funzionale alla nuova italo-americana Fiat Chrysler Automobiles. Luca verso Alitalia - "E' finita un'era", ha commentato Marchionne, ed è vero: Montezemolo lascia dopo 23 anni. Classe 1947, era presidente del Cavallino rampante dal 1991 e ha cumulato la carica di amministratore delegato fino al settembre del 2006. In realtà Montezemolo, laureato in giurisprudenza a Roma e pilota di rally a cavallo tra i '60 e i '70, entra in Ferrari già nel 1973 come assistente di Enzo Ferrari e responsabile della squadra corse. Portano la sua firma i campionati piloti vinti da Niki Lauda nel 1975 e nel 1977. Poi lascia la casa di Maranello per Fiat e dopo oltre un decennio torna da presidente, facendo mettere in bacheca al Cavallino rampante 118 Gran Premi e 14 titoli mondiali, di cui 8 costruttori. Il suo rapporto con la famiglia Agnelli è strettissimo, in particolare con Gianni e Umberto. E' quest'ultimo, poco prima di morire, a volerlo alla presidenza della Fiat nel 2004, anno in cui come amministratore delegato subentra proprio Marchionne, insieme al quale lavora al salvataggio di un Lingotto sommerso dai debiti e a un passo dal fallimento. Resterà alla testa della Fiat fino all'aprile del 2010, quando al suo posto andrà John Elkann. Il cerchio si chiude, e dopo una buonuscita milionaria ricomincia un'altra avventura: voci insistenti lo danno ora come presidente della nuova Alitalia targata Etihad, anche per il suo buon rapporto con gli Emiri che avrebbe facilitato l'ingresso della compagnia araba nel capitale del gruppo italiano. Ma la Ferrari resterà nel cuore del manager bolognese. "Le ho dedicato tutto il mio impegno ed entusiasmo - ha dichiarato alla notizia delle dimissioni da presidente - e insieme alla mia famiglia ha rappresentato e rappresenta la cosa più importante della mia vita"