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Borsa: crolla Atene, in picchiata tutti i listini europei

Andrea Tempestini
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L'onda lunga della crisi si abbatte ancora sulle Borse europee, che vivono una giornata di passione per gli effetti delle preoccupazioni circa il progetto del governo greco per uscire dal piano di salvataggio e per un report di Fitch sullo stato di salute degli istituti di credito del Paese: crolla la Borsa di Atene, dove l'indice Ase cede a fine giornata il 6,25% dopo ribassi arrivati anche a 10 punti percentuali. A cascata, contagiati anche tutti gli altri listini: tra i big il peggiore è Milano, dove il Ftse Mib chiude in ribasso del 4,4%. Quindi Parigi in calo del 3,63%, Francoforte del 2,87% e Londra del 2,83 per cento. Complessivamente, la capitalizzazione delle Borse europee si è ridotta di 276 miliardi di euro in un solo giorno. Effetto domino - In parallelo le tensioni hanno fatto salire a 160 punti base lo spread italiano, mentre il rendimento dei Btp sul mercato secondario si attestava al 2,38 per cento. In un solo giorno, dunque, la Grecia - ancora la Grecia - è stata in grado di spaventare tutti gli investitori del Vecchio Continente. Un dato, in particolare, impressiona: i rendimenti dei titoli di Stato decennali di Atene sono schizzati sopra il 7 per cento. Dietro questa impennata, come detto, c'è anche l'ultimo report del colosso del rating Fitch sui progressi compiuti dalle banche elleniche: secondo Fitch "restano zavorre da pesanti problemi sui portafogli prestiti". Di contro, il Bund tedesco ha ritoccato il suo minimo storico. Dati Istat - Nel mirino, come detto, c'è anche l'Italia, al centro delle attenzioni (e delle vendite) degli investitori, in attesa delle decisioni che verranno prese nel tardo pomeriggio a Palazzo Chigi, dove si riunisce il Consiglio dei ministri per approvare la legge di Stabilità per il 2015. L'Istat, nel frattempo, ha diffuso la revisione dei conti economici trimestrali in cui è stata confermata la nuova stima del Pil per il secondo trimestre dell'anno, in cui viene previsto un calo dello 0,2% rispetto al primo trimestre. Inoltre, dalle stime Istat, emerge un peggioramento del rapporto tra deficit e Pil del primo semestre dell'anno. In parallelo, c'è attesa per la riunione a Francoforte del consiglio direttivo della Bce, dove interverrà Mario Draghi. Titoli, euro e petrolio - Nel dettaglio, sul listino milanese, spiccano i ribassi di Tenaris e Telecom, mentre Luxottica tentava un piccolo rimbalzo dopo due giorni di forti ribassi dopo il cambio ai vertici. In coda al listino europeo il comparto dell'energia, trascinato al ribasso dal crollo del petrolio (sceso fino a 81 dollari; il Brent ha toccato il minimo da 4 anni): il calo del comparto è di due punti percentuali. Gli altri settori fortemente colpiti sono la tecnologia e i titoli finanziari. Sugli scambi pesano inoltre i dati macroeconomici provenienti dagli Usa, dove l'indice Empire State di New York ha deluso le aspettative, attestandosi a 6,17 punti ad ottobre, e dove le vendite al dettaglio sono calate dello 0,3%, sotto lo 0,1% preventivato dagli analisti. Infine i dati sull'euro, salito a 1,275 rispetto al dollaro: una forte risalita della moneta unica dovuta proprio ai dati Usa negativi emersi nel pomeriggio.

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