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Sanatoria Fiscale, la guida: chi può farla e quando conviene

Ignazio Stagno
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Primo sì della Camera. Per il rientro di sei miliardi e mezzo, poco più di un sesto della manovra finanziaria approvata dal governo. A tanto corrisponde la stima del governo per il gettito netto che lo Stato potrà ricavare dall'operazione di rientro dei capitali dall'estero e detenuti 'in nero' in Italia. Obiettivo di questa 'sanatoria fiscale', una sorta di collaborazione volontaria - la cosiddetta voluntary disclosure - e di far emergere all'incirca 30 miliardi. Ma a chi conviene farla e soprattutto quando? Innanzitutto bisogna chiarire a chi è rivolta la sanatoria. Per quanto riguarda la disclosure in senso stretto, i soggetti che devono applicare le regole del monitoraggio (Dl 167/1990) sono le persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici. A questi, come ricorda il Sole 24 Ore vanno aggiunti tutti coloro che, secondo le disposizioni recentemente emanate, pur non essendo possessori diretti degli investimenti esteri e delle attività estere di natura finanziaria, sono titolari effettivi dell'investimento. Chi riguarda - Alla sanatoria dei redditi evasi sono invece interessati tutti i contribuenti, a prescindere dalla loro natura e dalla loro forma giuridica: c'è spazio quindi per lavoratori autonomi, imprese, enti commerciali, società di capitali. Sulla tempistica bisogna fare particolare attenzione. La disposizione prevede che devono essere presi in considerazione tutti i periodi di imposta per i quali non è ancora scaduto il termine per l'accertamento alla data di presentazione della richiesta di collaborazione volontaria. I termini - Per fare un esempio il 31 dicembre del 2014 si prescrive il 2009, la cui dichiarazione è del settembre 2010. Tra la data di presentazione dell'istanza di disclosure e il termine di decadenza dell'accertamento devono passare almeno 90 giorni. Ci sono casi in cui i termini possono essere raddoppiati. Questa casistica riguarda reati tributari e attività in Paesi black list. Tra i casi in cui vengono raddoppiati i termini ci sono l'infedele dichiarazione (soglia a 50mila euro) e l'omessa dichiarazione (nuova soglia a 30mila euro): per il periodo 2009 (dichiarato nel 2010) valgono ancora i vecchi importi; quelli nuovi riguardano le dichiarazioni relative ai periodi dal 2010 in poi.

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