L'operazione

Ferrari in Borsa, magia di Sergio Marchionne: Fca scorpora la società e quota il 10%

Andrea Tempestini

L'ultimo colpaccio firmato da Sergio Marchionne. In breve: Fiat-Chrysler (Fca) scorpora Ferrari e ne colloca in Borsa (quella di New York) il 10%, oltre a 100 milioni di azioni Fca. In parallelo, Marchionne, fresco presidente Ferrari, vara un prestito convertendo fino a 2,5 miliardi di dollari, pari a circa 2 miliardi di euro. Nel dettaglio il Cavallino (di cui Fca controlla oggi il 90%, il restante 10% è di Piero Lardi Ferrari) verrà scorporato da Fca dopo l'offerta pubblica in Borsa di una quota del 10% del capitale. Il ricavato dell'offerta, dunque, andrà nelle casse di Fca, a caccia di liquidità (gli ultimi dati indicano ricavi stabili, un calo dell'utile e una crescita dell'indebitamento). L'80% di Ferrari che resta nelle mani di Fca dopo la quotazione del 10% del Cavallino verrà distribuito ai soci. La "magia" di Marchionne - L'operazione, prevista per il 2015, dovrebbe portare Exor, la cassaforte Agnelli, ad avere una quota sul capitale Ferrari inferiore al 20%, ma una quota superiore dei diritti di voto. Molto dipenderà dalla sottoscrizione, o meno, del prestito convertendo. Ed è proprio sul convertendo che Marchionne sigla l'ultimo colpaccio: chi lo sottoscriverà (rimpinguando così ulteriormente le casse di Fca) avrà un diritto di prelazione sulla piccola porzione di titoli Ferrari che verranno quotati a Wall Street. Un incentivo, la prelazione, che fa impennare le possibilità di una sottoscrizione totale del prestito convertendo. Operazione 3 miliardi - La notizia della quotazione di Ferrari, dunque, arriva come parte integrante delle notizie attese sulla ricapitalizzazione di Fca, attese dal cda del gruppo che si è tenuto a Londra. L'annuncio dell'operazione, che dovrebbe portare nelle casse del colosso italo-americano 3 miliardi di euro entro nel 2015, ha spinto il titolo a rialzi fino al 5% in Piazza Affari. Un progetto valido, solido, al quale gli investitori credono. Per quel che riguarda il collocamento dei 100 milioni di azioni, si tratterà di 35 milioni di azioni proprie e di 54 milioni di titoli "per reintegrare il capitale delle azioni cancellate a seguito dell'esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti Fiat". Ai prezzi di oggi questa parte dell'operazione dovrebbe portare nelle casse del Lingotto circa 750 milioni di euro.