Equitalia, occhio alle "cartelle assemblate": così provano a fregare gli italiani e aggirare il condono
Si chiama "assemblaggio" ed è il trucchetto di Equitalia per provare ad incassare più soldi del dovuto. È stata la Cassazione a smontarlo, dichiarando che un debito non è esigibile all'infinito perché altrimenti i tassi d'interesse diventerebbero insostenibili. Ed è proprio sugli interessi che Equitalia lucrava, "gonfiando" le sue cartelle. Come ricorda il Giorno, negli ultimi mesi ad alcune migliaia di contribuenti sono arrivate a casa alcune cartelle con richiesta di pagamento di vecchi debiti, risalenti anche al 2003-2004. Piccole multe, canoni Rai evasi, spesso e volentieri tutte cartelle già pagate, magari a rate. Equitalia, insomma, "ci prova". Il condono aggirato - Eppure nel 2015 è stato varato un condono per le cartelle inferiori a 300 euro. Ed Equitalia cosa fa? Accorpa quelle cartelle "bagatellari" per superare il limite di 300 euro e dribblare il tetto del condono, puntando peraltro su importi moltiplicati da anni e anni di interessi arretrati. Secondo Federconsumatori, a pagare lo scotto di questa battaglia all'evasore senza esclusione di colpi sono piccoli imprenditori, commercianti, pensionati, lavoratori dipendenti.