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La Exor della famiglia Agnelli batte il gigante petrolifico Eni: guadagna il primo posto delle principali società italiane

Federica Scano
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Dopo undici anni di supremazia, l'Eni perde il primo posto nella classifica del fatturato delle aziende italiani. A soffiargli il primato è la finanziaria della famiglia Agnelli e Fiat Chrysler Automobilies con la sua Exor. La differenza l'hanno fatta i 12,4 miliardi in più rispetto al gruppo petrolifero che ha pagato caro il calo del prezzo del greggio. E' quanto emerge dal rapporto "Principali società italiane" a cura dell'ufficio studi di Mediobanca nella sua edizione 2015, riportato sul sito affariitaliani.it. Una doppia vittoria se si considerano anche il numero di dipendenti dell'azienda, oltre a quelli fuori dai confini italiani. L'Exor guadagna il primo posto battendo ogni rivale con i suoi 318mila uomini. Ma se invece si considerano solo quelli presenti nel territorio nazionale, scende al secondo posto, sconfitta dalle Poste italiane. Al servizio del gigante italiano della corrispondeza ci sono ben 144.635 dipendenti, che ne fanno il più grande datore di lavoro in Italia. Nella Top20 di quest'anno ci sono state solo due nuove entrate, Isab e Parmalat, al posto delle uscenti TotalErg e A2a. La classifica - Le prime venti posizioni rispetto all'anno precedente non sono cambiate più di tanto. Dopo Exor ed Eni seguono nell'ordine Enel (con ricavi per 74,3 miliardi, in contrazione del 4,9%), Gse (società pubblica che svolge attività di compravendita di energia elettrica con vendite per 32,1 mld) , Telecom (che cede un altro 7,9%), Finmeccanica ( ricavi a 14,7 mld a -8,5%), Edison (in calo del 3,3%), Esso Italiana (-6,8%), Edizione dei Benetton (invariata rispetto al 2013 ma in contrazione dell'11,2%), Saras (-9% con un -15,3% italiano e un -2,8% estero, parzialmente contenuto dal +24,2% della distribuzione sul mercato spagnolo), Poste (la flessione del 3,9% ha portato il loro fatturato a 9 miliardi) , Kuwait Petroleum Italia (8,5 miliardi di vendite), Ferrovie dello Stato (con ricavi per 7,7 mld) , Luxottica ( in crescita del 4,6%), Ge Italia Holding (7,3 mld), Supermarkets italiani di Bernardo Caprotti (con vendite per 6,9 miliardi), Prysmian (che cede il 6%), Pirelli, Isab e Parmalat.

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