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Legge di Stabilità, la bocciatura della Corte dei Conti: "Manovra in deficit con nodi irrisolti". Paure per Imu, Tasi, Iva e pensioni

Giulio Bucchi
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Anche la Corte dei Conti boccia la legge di stabilità. Dopo i dubbi espressi ieri dai tecnici di Camera e Senato e le proteste delle Regioni, oggi la magistratura contabile sottolinea che la manovra "in deficit lascia nodi irrisolti" e che serviva un intervento sull'Iva. La scelta di politica economica fatta dal Governo nella legge di Stabilita "utilizza al massimo gli spazi di flessibilità disponibili, riducendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici, e lascia sullo sfondo nodi irrisolti (clausole, contratti pubblici, pensioni) e questioni importanti (quali il definitivo riassetto del sistema di finanziamento delle autonomie territoriali)", afferma il presidente Raffaele Squitieri, in un'audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Manca la riforma Iva" - La legge di Stabilità "sconta il carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro", aggiunge. "Le condizioni economiche" del Paese "avrebbero potuto consigliare l'adozione di interventi sulla spesa fiscale (riguardanti ad esempio un articolato intervento sulle aliquote Iva agevolate o sulla stessa struttura delle aliquote Iva) eventualmente attutiti (ma non annullati) con misure di sgravio", dice ancora Squitieri. Inoltre la Corte dei Conti sottolinea che "con l'abolizione dell'Imu e della Tasi sulla prima casa, la principale fonte di finanziamento manovrabile degli enti riguarda le abitazioni diverse dalla prima casa, su cui continuerà a vivere il dualismo Tasi-Imu, con la conseguenza che la maggioranza dei servizi indivisibili forniti dai Comuni graverà di regola sui non residenti". Bankitalia e i dubbi su Imu e Tasi - Sull'abolizione delle tasse sulla prima casa interviene anche la Banca d'Italia: "Sulla base dell'evidenza empirica finora disponibile, potrebbe avere effetti sui consumi circoscritti alle famiglie soggette a vincoli di liquidità". Il vice direttore generale, Federico Signorini, evidenzia poi che "un limite al trasferimento di contante, anche basso, va mantenuto". Non solo, Bankitalia avverte che la riduzione del debito pubblico, già a partire dal 2016, è "un impegno chiave" e "non va mancato". Per ridurre la spesa pubblica, invece si potrebbe "verificare se vi sono aree in cui si possono ridurre i costi per la collettività dando al mercato maggiore spazio di azione in materia di interesse collettivo, sotto controllo, regolamentazione e indirizzo pubblici". 

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