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Stranieri all'assalto in ItaliaA rischio pure Eni e Telecom

La concorrenza straniera si frega le mani: pronta a sfruttare le debolezze del nostro sistema produttivo

Lucia Esposito
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  di Nino Sunseri La concorrenza straniera si frega le mani. Il presidente francese Francois Hollande è già a Nuova Delhi per vendere cinquanta elicotteri. Sono destinati ad usi civili, a differenza di quelli italiani. La realtà non cambia. La concorrenza straniera è pronta a sfruttare tutte le debolezze del nostro sistema produttivo. Non solamente sul fronte commerciale ma anche su quello finanziario. Per esempio togliendo al capitale italiano la proprietà delle aziende strategiche. Un rapporto dei servizi segreti dello scorso autunno  indicava le direttrici lungo cui si muoveva l'avanzata delle multinazionali. Prima di tutto l'energia. I cinesi non nascondono le loro ambizioni sull'Eni. Poi la moda: già molte griffe hanno cambiato proprietà a cominciare da Bulgari. Continuando con l'agro-alimentare: siamo la nazione che dispone del più ricco bacino di specialità al mondo. Ma siamo anche i soli a non avere una multinazionale globale. Barilla e Ferrero sono molto settorializzate. Parmalat è finita ai francesi. Per non parlare di infrastrutture, assicurazioni e, soprattutto banche. Nel credito la schermatura è fragile. Le Fondazioni sono al collasso e non ci sono altre  grandi difese. Nel capitale di Unicredit c'è già una forte presenza araba cui si è aggiunto, di recente un fondo tedesco alimentato da capitali russi. Sul futuro di Mps molte voci. La più accreditata parla di un ingresso di Bnp che già controlla Bnl. Alla fine verrebbe celebrato il matrimonio fra l'ex banca del tesoro e l'istituto senese cui il Pd toscano si era sempre opposto temendo di perdere peso nella gestione degli sportelli. Adesso a celebrarlo sarebbe una multinazionale parigina.  E che dire di Telecom da anni, ormai, nel mirino di Telefonica. Finora le ambizioni di Cesar Alierta sono state conmtenute. Non è detto che la barriera tenga. Ancora più debole la condizione di Finmeccanica. Sia per gli scandali sia perchè si tratta di una conglomerata che potrebbe essere fatta facilmente a pezzi. Agli inglesi interessa riprendersi Westland ripristinando il primato nell'industria degli elicotteri. Poi i francesi. E' accertato l'interesse della Thales per la Waas, leader a livello mondiale nel settore dei sistemi subacquei come i siluri. La multinazionale francese potrebbe avere appetiti anche nei confronti di Ansaldo Sts e della Selex. Su Ansaldo Energia, invece, sono note le ambizioni dei tedeschi di Siemens e dei coreani di Samsung. Il ministro Passera aveva cercato di costruire una cordata italiana. Non è successo nulla e nel frattempo il governo è caduto.   Il punto cruciale, però, è comprendere se i fondi stranieri hanno connotati ostili. Se intendono, per esempio, minacciare o alterare gli equilibri nazionali di alcuni settori. Se non addirittura «svuotare» imprese strategiche. Come potrebbe accadere in Finmecanica.  

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